Accattare un figlio: Parole che Migrano con Noi ddel prof. Alfredo A. Padalino
Era durante un intervallo tra le lezioni, in sala professori. Lei, originaria di un paese del Sud ma ormai da decenni trapiantata nel profondo Nord, raccontava con un sorriso appena accennato:
«Quando sento qualcuno usare accattare nel senso di “partorire”, mi sembra sempre un po’ poco fine… come se si dicesse che il bambino lo hai comprato al mercato.»
Qualcuno rise, altri annuirono distrattamente. Io invece rimasi colpito dal contrasto che quella frase portava alla luce. Da un lato, il ricordo linguistico della sua infanzia meridionale, ancora vivo nelle espressioni della sua gente; dall’altro, la sensibilità acquisita negli anni al Nord, dove quel verbo suona diverso, più ruvido, quasi degradante.
Eppure, se ci si ferma un attimo, si scopre che non c’è nulla di volgare nell’uso meridionale: “accattare” nasce dal latino capere, “prendere”, e da lì ha dato vita a due rami semantici paralleli — “comprare, procurarsi” e “avere un figlio”. In fondo, si tratta sempre di “ricevere qualcosa che non si aveva prima”: un vestito, un oggetto… o la creatura più preziosa, un bambino.
La collega, con il suo disagio, incarnava bene la sorte di molte parole: innocenti nella loro origine, diventano ambigue o persino stonate quando si muovono da un territorio linguistico a un altro. Nel suo orecchio settentrionale, abituato a leggere “accattare” come “raccattare, comprare”, il bambino diventava quasi merce; mentre per i suoi nonni o zii al paese, dire “quando l’hai accattato?” era una carezza affettuosa, un modo colorito e concreto per chiedere notizie di una nuova vita.
Quell’episodio mi ha ricordato quanto la lingua non sia mai neutra: porta con sé i nostri spostamenti, i nostri adattamenti, le memorie che scegliamo di custodire o di lasciare indietro. E quanto, a volte, basti un verbo — “accattare” — per raccontare l’intera storia di una persona: le radici da cui proviene, il luogo in cui si trova, la tensione invisibile tra i due mondi che la abitano.