Lucera si candida capofila per il turismo e la cultura nel Subappennino, quella che oggi viene etichettata in chiave più moderna e forse accattivante come area dei “Monti Dauni.” In verità, l’idea non è nuova, dato che ha intersecato decine di anni di tentativi, che si sono persi nel porto delle chiacchiere. Sfogliando i vecchi giornali è possibile constatare che Lucera era già chiamata in passato “Capitale del Subappennino”. L’assessore al Turismo, il tecnico Giacomo Capobianco, ci riprova, convinto che, se si mettono in campo i fondamentali di questo importante settore, è possibile finalmente far decollare la città, in un ambito che le è proprio per il possesso di un patrimonio di monumentalità eccezionale, di un passato culturale di assoluto rilievo, di un tessuto profondo di religiosità che trova espressione significativa nella presenza dell’unico santo di Capitanata (Francesco Antonio Fasani) e di connotazioni che complessivamente la pongono nelle condizioni di competere con tutte le altre consorelle della Daunia e non solo. E’ questo il senso del progetto “Lucera Città d’Arte e di Cultura” presentato alla stampa, con la partecipazione del Sindaco Pasquale Dotoli e di Federico Massimo Ceschin, il quale sarà, come super esperto, il regista dell’operazione.
E’ una iniziativa che vedrà mobilitati tutti i settori interessati al turismo e alla cultura, ognuno dei quali costituirà un tassello di integrazione affinché il progetto possa davvero rispecchiare la realtà presente sul territorio. Sarà, come dire?, una sorta di progetto partecipato, nel quale e col quale tutti avranno voce in capitolo. Si vorrà evitare che qualcuno dica, al solito, l’”avevo detto io” in presenza di eventuali difficoltà. Insomma, partecipato, ma anche responsabilizzato. Naturalmente Lucera dovrà essere forza trainante e di riferimento per tutta l’area subappenninica, che sarà chiamata a mettere in vetrina tutto il suo repertorio turistico e la sua capacità di ospitalità che la rende particolarmente accogliente, cosa che di questi tempi non è di poco conto. E’ difficile dire se questa iniziativa andrà in porto, tenuto conto che le turbolenze cui vanno spesso incontro gli amministratori comunali. Va anche detto che l’iniziativa va sostenuta da tutto l’apparato comunale, che deve mettere in mostra quella sensibilità particolare che in passato non sempre ha fatto capolino, come lo stesso Capobianco ha avuto modo polemicamente di rilevare. Insomma, bisogna fare squadra o sistema, perché da isolati non si va da nessuna parte.
Importante in questo momento è che l’idea sia sostenuta da una indubbia figura professionale, posto che Capobianco opera nel settore e, quindi, conosce da vicino le difficoltà che sinora hanno impedito il decollo del settore turistico. L’assessore non ha voluto responsabilmente altre deleghe proprio per dedicarsi esclusivamente al comparto turistico, che richiede un impegno al cento per cento, anche per recuperare il tanto tempo perduto. Capobianco ha spesso occasione di affermare che il turismo non è accaparrarsi di tanto in tanto il grande evento (cosa pure da non buttare), ma di stabilire soprattutto una rete conoscitiva e di servizi attraverso cui il territorio può realisticamente imporsi come meta qualificata e costantemente ricercata dal visitatore o dallo studioso. E’ la prima volta a Lucera che si parla di turismo e cultura in termini così organici, per cui c’è da sperare che le proiezioni abbiano i risultati sperati.
a.d.m.