Sembra sia arrivata la stagione buona per il turismo lucerino. Mentre sono in cottura i propositi dell’assessore Giacomo Capobianco per determinare il decollo di questo comparto essenziale della vita cittadina, anche l’”Opera Romana Pellegrinaggi” è intenzionata a dare una mano all’Amministrazione attraverso l’inserimento di Lucera nei circuiti di pellegrinaggi di valenza nazionale, di quelli insomma che, se presi al volo con le opportune basi di atterraggio, possono davvero dare respiro e ossigeno alla conoscenza del nostro patrimonio di monumentalità, cultura e paesaggistico, quest’ultimo aspetto riferito soprattutto ai “Monti Dauni”. Il programma dell’ ”Opera” risente certamente della presenza al suo interno del sacerdote lucerino Franco Montepeloso, che ora opera a Rima, ma che è espressione della parrocchia di “San Matteo al Carmine”, dove è stato allievo dell’indimenticato don Peppino Rossetti. Difatti, già in passato Montepeloso si era speso per sollecitare le autorità locali a usufruire di questi pellegrinaggi a sfondo religioso, tenuto conto che a Lucera vi è la presenza del Padre Maestro nel santuario di “San Francesco” affidato frati francescani conventuali. E’ ufficiale la notizia dell’inserimento di Lucera nell’itinerario della “Via Francigena” che rappresentava in passato la strada maestra per raggiungere Gerusalemme e la Terra Santa. Il pellegrinaggio toccherà centri importanti come, appunto, Lucera, Troia, San Giovanni Rotondo, Monte S.Angelo, Foggia, Trani, Bari, Alberobello, Castellana, Lecce, Gallipoli, Santa Maria di Leuca e Taranto.
Dicevamo che anche noi sul posto dobbiamo concorrere al buon risultato della tappa lucerina. Per capirci, bisogna evitare di far trovare le chiese da visitare chiuse, i locali di ristoro sbarrati, servizio di accompagnamento precario, così come è accaduto in una precedente analoga circostanza. E’ vero che i pellegrini dovrebbero essere interessati soprattutto all’aspetto spirituale, però è altrettanto vero che non si può loro negare qualche postazione di ristoro. Ne deriva, perciò, anche un fatto economico che dalle nostre parti non è secondario. La buona riuscita può portare anche al passaparola, nel senso che chi riterrà di essere soddisfatto dell’accoglienza potrebbe anche far un pensierino per un ritorno nella nostra città a titolo personale o con la famiglia. Insomma, sono quei famosi effetti a cascata che non trovano spesso molta considerazione, ma che in tanti casi producono più risultati della progettazione mirata e ufficiale. Siamo certi che l’assessore Giacomo Capobianco ce la metterà tutta perché la città faccia la sua bella figura con questa iniziativa, che potrebbe rappresentare un bel antipasto per tutto quanto si maturerà nell’ambito dell’annunciato progetto di sviluppo del turismo e della cultura.
a.d.m.