«Gentile Direttore,
mi vedo costretto, mio malgrado, a replicare al comunicato stampa del Comitato “Salviamo il Lastaria” (?) del 12,06 u.s. apparso sulla Sua testata giornalistica.
Un deragliamento immediato che mette in evidenza (innescando una polemica politica nei miei confronti e solo nei miei e non anche di altri che pure hanno espresso idee simili alla mia così come ad altre) la sua emanazione politica, anzi partitica, per la quale non vi era già da molto prima alcun dubbio, ma che oggi viene rappresentata chiaramente. Va ricordato, tra l’altro, che uno dei componenti di maggior spicco e il sig. Luca Paglione, già segretario cittadino dei Giovani Democratici.
Tornando al comunicato, devo evidenziare la stesura frettolosa, poco attenta e molto sintetica che lo rende inappropriato a controbattere il mio intervento molto più corposo, articolato e complesso. Evidentemente qualcuno ha voluto ottenere solo un risultato polemico e non improntato alla discussione e al ragionamento.
Dalla frenesia di rispondere a tutti i costi, risulta una lettura diversa del compito del Comitato. Infatti, c’è la quasi certezza (anzi senza quasi) di una giustificazione della scelta effettuata dalla Giunta Regionale, come se tale scelta fosse l’unico obbligo dettato dal piano di rientro sanitario.
Allora mi viene da chiedere: perché si è protestato?
Si chiedeva che non si abbattessero sul nostro ospedale tagli così pesanti. O no?
Si chiedeva che l’ospedale non venisse ridimensionato. O no?
Allora perché questa polemica sterile nei miei confronti, considerato che miravo ad ottenere le stesse risposte?
Tra l’altro non ho mai polemizzato nei confronti del Comitato.
Quindi, a chi giova tutto ciò?
Da cosa è dettato questo comportamento palesemente partigiano?
Meglio ancora: chi ha stimolato (imposto?) l’intervento che ha pregiudicato la credibilità e la tanto ostentata equidistanza del Comitato?
Sono convinto, come e anche più di prima, che ognuno abbia il diritto/dovere di esprimere le proprie idee e convinzioni, elaborate sulla base delle proprie conoscenze facendo scaturire una discussione franca, democratica e costruttiva. Quando c’è innovazione ed interesse, la discussione e la partecipazione nascono spontanee e, se costruttive, conviene proseguire, altrimenti è solo una rottura di scatole (scusate la franchezza).
Ho avanzato un’ipotesi operativa, né “inclinata al mio orticello” né campata in aria, ma già concretamente realizzata in altre realtà, nell'interesse di un “orto” ben più ampio e comune che può vedere coinvolti i cittadini, singolarmente o in forma associata, direttamente nella gestione di determinati servizi. La compartecipazione tra pubblico e privato può portare sicuramente dei vantaggi non solo economici ma anche relazionali. Non ho sparato un’ipotesi ad effetto, all’ultimo momento, per fare colpo: i fatti dimostrano l’esatto contrario. Evidentemente qualche pubblicista (?) è stato disattento o parla perché si sente troppo escluso!
Aggiungevo anche, nel mio precedente intervento: “Questa proposta operativa, tra l’altro, valuta se la nostra comunità sia permeata da quella cultura necessaria a recepire un simile modello organizzativo. Questo è l’interrogativo a cui bisogna dare una risposta e per il quale un’amministrazione dovrebbe adeguatamente stimolare la cittadinanza. Potremmo trovarci di fronte al primo caso di Cooperativa di Comunità Territoriale dove ancora una volta il motto “Da soli non c’è storia” trova la sua pratica applicazione”.
A me sembra di aver dato uno spunto alla discussione per la ricerca di soluzioni e, quello che viene fuori in modo determinante, è la necessità di discutere apertamente, senza preconcetti o pregiudizi, di tutte le proposte che possano essere avanzate perché da ognuna si possano trarre fatti positivi.
Come positivo ho trovato il reportage sull’ospedale realizzato e appena pubblicato su “Il Frizzo”, di notevole impatto emotivo, che risulta essere un documento importante per capire ciò che stiamo perdendo.
Io personalmente mi sono reso conto che perderemo anche i ricordi, belli o brutti che siano ma che fanno parte del nostro trascorso umano, che ognuno di noi ha per gli scorci di vita passati in quei reparti.
Lucera, lì 14.06.2012
Pietro Scioscia
Consigliere Comunale
Emiliano per la Puglia