Fa un certo effetto (soprattutto per i lucerini e per quanti operano nel distretto giudiziario) vedere indicato il nome di Mario Prignano tra scrittori e giornalisti (recentemente è stato presentato un suo libro a Foggia). Si, perché i Prignano appartengono alla famiglia dei grandi avvocati che hanno tenuto alto il prestigio della vita forense, anche al di fuori dei confini locali. Grazie ai Prignano, nel Tribunale di Lucera si sono alternati i grossi calibri dell’Avvocatura italiana per conferenze e dibattiti, tra cui il numero uno di allora del penale, il prof. Giovanni Leone, che è stato anche Presidente della Repubblica. Il più recente e carismatico presidente dell’Ordine è stato Mario Prignano ( 1950-1968), il nonno del giornalista, il quale diede lustro non solo al ruolo dei colleghi avvocati, ma anche a tutta l’istituzione/tribunale, tanto che nell’atrio del palazzo di giustizia è stato posto a dimora un suo busto e la sala riunioni degli avvocati porta il suo nome. Il figlio Marcello ha negli anni successivi preso le redini dell’Ordine, mettendosi sulla traccia indelebile lasciata dal papà.
Quando Mario Prignano, il giornalista e scrittore, lascia Lucera nulla faceva prevedere che non si sarebbe immesso nel solco degli avi e il fatto di aver scelto subito la strada del giornalismo veniva interpretata come un approccio momentaneo e non come una scelta di campo professionale definitiva. Tutti erano convinti che Mario sarebbe tornato nel prestigioso studio paterno, dove peraltro già operava la sorella secondogenita avvocato, che, invece, aveva direttamente puntato sull’Avvocatura. Quando incominciò a scrivere su “Libero”, scoperto e valorizzato da Vittorio Feltri e a fare l’inviato al seguito di Silvio Berlusconi, si capì che Mario aveva di fatto “tradito” l’eredità di papà e predecessori e che il suo percorso professionale era quello del giornalismo e dello scrittore. Difatti, ora è diventato capo del della redazione politica del Tg1 e scrittore di successo. Se ci pensiamo bene una sorpresa fino ad un certo punto, perché egli nel sangue comunque ha il DNA della scrittura. Basti pensare che nonno Mario Prignano faceva parte del team degli scrittori che animarono le pagine del prestigioso “Il Foglietto” e la stessa vita culturale lucerina dei suoi anni. Quindi “tradimento” dell’Avvocatura sino ad un certo punto, perché l’alternativa del giornalismo e della scrittore rimarca sostanzialmente quello che i Prignano hanno fatto in tanti anni a difesa delle tradizioni culturali lucerine, tra cui professione forense e informazione/formazione costituivano per loro due capisaldi.