Non è bastato affermare e documentare che il Tribunale di Lucera è tra i più funzionali tra quelli operanti in Italia ( un gioiellino, è stato più volte definito), né che esso “serve” un ampio territorio a forte criminalità. Il Ministro di Grazia e Giustizia, Paola Severino, è andata giù di brutto, senza neppure prendersi la briga di verificare il corposo carteggio di dati, che certamente non era stato preparato per passatempo, bensì per dimostrare che il proposito di sopprimere il presidio giudiziario di Lucera poggiava sul nulla. Né il democratico Ministro ha ritenuto di tenere in considerazione i pareri delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera, pareri che, benché obbligatori ma non vincolanti, esprimono la direttiva del Parlamento, che mai, diciamo mai, può essere elusa in forma così dispregiativa, perché espressione della libera volontà dei cittadini, che in questo luogo solenne viene celebrata. Né è servito a sottolineare che altri Tribunali di minor peso erano stati messi nella lista degli intoccabili, pur operanti in territori più ristretti rispetto a quello del circondario lucerino e non “toccati” dalla delinquenza organizzata a forte radicamento, come quella garganica. Né è servito a sottolineare che una eventuale aggregazione di Lucera al Tribunale di Foggia avrebbe appesantivo l’arretrato dei processi nel capoluogo, già al limite del collasso.
Questa è la dimostrazione che quando si varano tali progetti di riordino non valgono gli elementi obiettivi, ma solo valutazioni di ordine politico. Noi lo stiano dicendo da mesi, al punto da apparire esagerati . Anche in questo caso, come per l’ospedale, non siamo riusciti a “sfondare” a Roma, laddove il peso della nostra politica è pari a zero. I parlamentari di casa, di tutte le collocazioni, hanno tentato di esprimersi al meglio, ma la sola cosa che sono riusciti a far partorire è una pioggia di comunicati stampa, che servono solo a fare vetrina e passerella. O, meglio, quelli che si sono mossi non potevano avere la forza dissuasiva rispetto alla linea ministeriale, che pure era interpretata da un Ministro che dovrebbe conoscere la materi per la sua esperienza professionale. La verità è che si è fatta una valutazione molto approssimativa della situazione, per non dire che i dati non sono stati proprio esaminati. Perché se questo fosse avvenuto non sarebbe stato difficile far emergere una condotta consona ad una realtà che contraddice clamorosamente la decisione presa.
Anche noi, comunque, abbiamo le nostre colpe. Nel momento in cui occorreva la massima solidarietà, ci siamo divisi anche clamorosamente, commettendo gli stessi, tanti errori del passato: ciascuno a difesa del proprio orticello! Ci riferiamo all’atteggiamento davvero sconcertante degli avvocati di Foggia e San Severo, i quali hanno sostanzialmente osteggiato il progetto di aggregare a Lucera le loro sedi, qualora si fosse posto il problema di ampliare il territorio del circondario giudiziario. Hanno detto che non ci pensavano di lasciare Foggia, per ragioni francamente risibili, bambineschi. Dinanzi a queste prese di posizione, il Ministro ha pensato bene di tagliare la testa al toro e di azzerare tutto, trascinando nel provvedimento anche San Severo, Manfredonia e le altre sedi distaccate. Solo con l’aggregazione a Lucera San Severo, Manfredonia e Cerignola avrebbero potuto avere serie possibilità di salvarsi. Invece, tutti si sono messi a fare prediche, sciorinando le solite litanie di appartenenza, tradizioni, abitudini, ed altre sciocchezze che alla fine si sono rivelate un boomerang. E’ vero che Lucera è stata depennata, ma non è che i centri sopra citati hanno avuto miglior sorte. Francamente è difficile comprendere le ragioni di un atteggiamento suicida in un momento in cui di tutto si poteva fare a meno di tutto tranne che apparire come cani sciolti e rissosi. Vorrebbe da dire con rabbia: ben vi sta, così imparate per il futuro a comportarvi con spirito di vera solidarietà!
a.d.m.