Qualora l’ospedale di Lucera venisse soppresso o, comunque, pesantemente ridimensionato nella sue articolazioni primarie, essenziali, il risultato sarebbe catastrofico anche in termini finanziari, oltre di assistenza sanitaria. I fatti. In appena tre anni, la Puglia della sanità ha programmato e parzialmente realizzato opere ospedaliere a Lucera per sei milioni di euro, che al nostro paese sono pari alla cifra non proprio modesta di 12 miliardi di lire. Ci sarebbe da chiedere in relazione a quali valutazioni l’Assessorato alla Sanità della Puglia ha varato tale programma, se non partendo dalla constatazione ovvia che ne valeva la pena, in considerazione del fatto che il “Lastaria” era in crescita su tutti i fronti e andava arricchendosi di una assistenza specialistica che lo poneva all’avanguardia in Capitanata, anzi nella regione. Per tutte le branche ci limitiamo a citare il bel reparto di ortopedia, la Cardiologia con l’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica), l’Oncologia, che hanno conseguito riconoscimenti anche a carattere nazionale e sono stati presentati come presidi di assoluta credibilità sul piano della qualità dell’assistenza. E in queste comparti affluiscono migliaia di pazienti, anche provenienti dal capoluogo e degli altri centri dauni. Certamente deve’essere questa la motivazione di fondo che ha indotto i politici e gli esperti della sanità regionale pugliese ad investire su Lucera in modo così massiccio e convinto. Cosa può essere cambiato ora?
Curioso e paradossale: mentre si vanno organizzando e animando le proteste contro la ventilata chiusura dell’ospedale, sono in corso i lavori di ampliamento proprio per quella Medicina che si vorrebbe penalizzare e ridurre praticamente ad un pronto soccorso. Sarebbe il caso di leggere le carte, cioè le delibere con cui questo programma è stato varato e mettere fuori le motivazioni a suo sostegno. I sapientoni che hanno deciso si rafforzare l’ospedale lucerino sono gli stessi che ora ne chiedono la chiusura o soluzioni che, comunque, lo porterebbero ad ammainare la bandiera di presidio di eccellenza. Tutto questo è avvenuto nel breve segmento di tre anni, quando la situazione finanziaria degli ospedali era sostanzialmente la stessa di oggi, quando il debito del bilancio regionale aveva l’identico trend attuale. Qualora i propositi regionali avessero uno sbocco infausto per il nosocomio lucerino, una cifra ingente andrebbe mandata in fumo, cioè soldi pubblici che provengono dalle tasche dei già poveri concittadini, ai quali talvolta si nega anche una strada per poter accedere nel proprio centro! Chi risponderebbe di questa disamministrazione? Perché, ci saranno pure dei responsabili, di quelli che intascano remunerazioni stratosferiche?
Non è il caso di tornare sulle ragioni delle proteste, che sono pienamente legittime perché vanno in difesa di diritti che non possono essere minimamente in discussione. L’elemento su cui riflettere è l’impianto stesso del programma complessivo di ridimensionamento ospedaliero, che per quanto riguarda Lucera è alimentato da dati non proprio rispondenti alla realtà, come ha sottolineato anche il senatore dell’Osso, il quale ha detto che l’analisi dei superman della sanità poggia addirittura su una bugia! Certo, riferito da Dell’Osso fa un certo effetto, perché il senatore sino a qualche mese fa è stato il dirigente amministrativo numero uno dell’ospedale, per cui riteniamo abbia a portata di mano elementi oggettivi, veritieri e trasparenti. Non è andato molto lontano dall’affermazione di Dell’Osso il dottor Angelo Benvenuto, il primario del reparto medicina, il quale ha detto anche che nello scorso anno circa duemila foggiani si sono fatti ricoverare e curare nell’ospedale di Lucera. Insomma, il problema va riconsiderato seriamente con alto senso di responsabilità, perché qui si tratta della salute della gente, soprattutto della povera gente, salute che non è negoziabile con le affermazioni generaliste, cervellotiche e strumentali della dirigenza sanitaria regionale. Se davvero si vuole risparmiare, incominciamo a tagliare i costi del personale di vertice, a razionalizzare quelli di gestione, a fare controlli seri prendendo in considerazione tutte le realtà sanitarie pugliesi. Sopprimere o ridimensionare l’ospedale di Lucera con una cura da cavallo servirebbe a ben poco nella direzione della riduzione del debito di bilancio della sanità in Puglia!
a.d.m.