La chiusura dell’Agenzia delle Entrate di Lucera: come definirla, se non una buffonata? Si, proprio una pagliacciata. Anche per questo problema si naviga nel buio. Si decide sulla testa delle popolazioni, passando da Bari (ospedale) a Roma (Tribunale, Agenzia delle Entrate ed Equitalia), come se fosse un divertimento. Tutti decidono, ma nessuno documenta quello che fa. Tagliare, tagliare, tagliare: sembra il ritornello di una canzone già sentita e mai digerita. Ovviamente, anche in questo caso ci troviamo di fronte uffici pienamente funzionali, all’altezza della situazione, che lavorano bene, che servono popolazioni dei Comuni in difficoltà per altre ragioni, che, insomma, godono di una buona reputazione. E, inoltre, non costano molto, posto che i locali sono di proprietà demaniale per una parte e per l’altra comunale. Dunque, il costo della sede di via San Domenico è ininfluente in questo caso. Anche la gestione complessiva degli uffici non è tale da scompaginare i conti della finanza pubblica, motivo per il quale è da carogne accanirsi con un provvedimento che non ha né capo e né coda. Anche in questo caso, il Comune di Lucera si è messo a disposizione, dando la sua disponibilità a reperire eventualmente nuovi locali o, comunque, a valutare le spese di gestione insieme ai dirigenti dell’”Agenzia”. Silenzio su tutti i fronti. Si dice che i locali attualmente a disposizione non sarebbero idonei per legge, in quanto mancherebbe l’accesso agli invalidi. Nel 2012 dovrebbe essere un problema secondario , anche considerato che quei locali non hanno molti anni di vita.
Si potrebbe tranquillamente ricavare l’ingresso per i disabili utilizzando lo spazio inutilizzato alle spalle della sede, laddove una volta vi era l’entrata di servizio dei postini, quando qui funzionava l’ufficio postale, poi trasferito in via Firenze. Ci riferiamo a quello spazio di fronte alla chiesa dei “Sacramentini”, dove adesso viene impedito l’accesso a mezzo di un cancello. Non sappiano se questa voce abbia un fondamento, ma se così fosse ci sarebbe davvero da gridare allo scandalo per la cecità programmatica di questa Amministrazione finanziaria. Comunque sia, non vi è traccia di motivazione seria nella decisione della Direzione Nazionale di questi uffici. Si parla genericamente di inadeguatezza, come se altre sedi funzionassero in modo decoroso. La stessa del capoluogo non è gran che, per cui sarebbe anche difficile stabilire metri di paragone con il capoluogo. Per l’Equitalia manco si è discusso, nel senso che di arbitrio la sede è stata chiusa. Per la verità anche la risposta della città è stata alquanto tiepida, ma va ricordato che in questo momento le vertenze aperte sono tante, per cui non è facile trovare la concentrazione su qualcuna di esse.
Ormai si taglia all’impazzata, senza guardare in faccia a nessuno, con la logica dei cosiddetti tagli lineari che eliminano in maniera indiscriminata, al di là della qualità delle strutture soppresse. Il guaio è che si taglia sempre nelle zone povere e indifese, laddove è sorta anche una sorta di assuefazione rispetto a questi che potremmo definire veri atti vandalici a connotazione sociale. E’ vero si taglia anche altrove. Ma un conto è tagliare sull’abbondanza, sulla ricchezza, un conto è rastrellare a carico di chi non ha molto da offrire. E’ la solita logica che sta progressivamente impoverendo quel Sud, che, invece, andrebbe tutelato, perché è di qui che può passare una alinea di ripresa generale. Si fa, invece,il contrario, con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti.
a.d.m.