L’introduzione e l’adozione del cosiddetto digitale nel campo televisivo ha mandato a Lucera in crisi migliaia di utenti e rispettive famiglie. Sono in difficoltà soprattutto gli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con il moderno mondo dell’informatizzazione. In tanti rimpiangono il vecchio modello televisivo, quando bastava un click per cambiare canale e programma e assai poco per gestire complessivamente il proprio televisore. Accade che, sin dalla partenza del digitale terrestre, le reti Rai vanno a singhiozzo e, talvolta, sono completamente assenti dal quadro completo delle offerte televisive. Si sperava che col tempo le cose si sarebbero aggiustate, mentre, invece, la situazione è rimasta tale e quale, con comprensibile gaudio dei tecnici privati , i quali devono rispondere a tantissime chiamate insperate e conseguentemente vedersi accrescere le proprie parcelle di consulenza. La situazione è ancor più incomprensibile se si pensa che gli altri gestori televisivi non danno problemi, comprese le piccole emittenti private che sono riuscite in tempo utile, nonostante gli svantaggi di partenza, a mettersi in regola e farsi vedere con regolarità. Quasi tutti i quartieri di Lucera lamentano la mancanza del servizio Rai e ci sono alcuni, come quelli della “Spiga”, che tuttora non possono usufruire dei programmi della stitica mamma Rai.
Benché le proteste siano all’ordine del giorno, nessuno sa spiegare perché debba accadere tutto questo, tenuto anche conto che si parla di Rai, che è una emittente televisiva pubblica, certamente la più datata e prestigiosa. E che il fenomeno sia particolarmente grave ed abbia assunto connotazioni cittadine è dimostrato che anche il Consiglio Comunale di Lucera ha affrontato la questione, delegando il Sindaco Pasquale Dotoli a formalizzare la protesta e richiedere gli opportuni di chiarimenti ai vertici Rai, che sinora sono stati sordi a tutte le singole richieste. Giustamente nel massimo consesso cittadino lucerino è stato rilevato che la questione interessa soprattutto gli anziani, i quali spesso vivono senza la compagnia di famigliari, per cui i programmi televisivi rappresentano uno dei pochi momenti per combattere la solitudine. Neppure questa iniziativa ha avuto esito, per cui si può tranquillamente parlare, a voler essere buoni, di incomprensibile noncuranza da parte della struttura tecnica della Rai, anche in relazione al fatto che manca una informativa ufficiale e puntuale sulle ragioni delle carenze lamentate. Circolano tantissime opinioni espresse dai tecnici privati, ma nessuno è ritenuta credibile, se non per il fatto che spesso esse si contraddicono a vicenda. Naturalmente occorrerebbe una azione incisiva delle nostre istituzioni per indurre la maggiore emittente televisiva a rispettare gli impegni contrattuali, che provengono anche dal pagamento del canone, reclamato tutti i giorni dagli speaker di turno.