La visita pastorale indetta dal Vescovo Mons. Domenico Cornacchia vuole in qualche modo essere una “scossa” per la Chiesa diocesana di Lucera-Troia, in un momento in cui i venti, anche da noi, sembrano travolgere i valori fondanti del cristianesimo. Un tema affrontato proprio recentemente dal Papa Benedetto XVI, il quale su questo tema ha voluto coinvolgere direttamente i responsabili della diocesi italiane. Mons. Cornacchia attribuisce a questo suo viaggio nel diocesano una particolare importanza, definendo “La Visita Pastorale lo strumento privilegiato per iniziare a scrivere la nostra “agenda di speranza”. Con essa, confidando nella Grazie di Dio, si avvierà un tempo di sicuro rinnovamento della vita delle nostre parrocchie e dell’apertura missionaria”. In relazione a quest’ultima affermazione, è stata proprio la parrocchia missionaria di Turilandia in Brasile ad ospitare per prima la visita del Vescovo, laddove il Presule ha potuto de visu constatare situazioni di assoluta povertà, che la chiesa diocesana di Lucera-Troia affronta con aiuti diretti e attraverso l’adozione a distanza. Nella prospettiva, Mons. Cornacchia ritiene che la Vista Pastorale sia anche un momento per “dare vigore al bene già acquisito; avremo il coraggio di correggere i difetti; oseremo tracciare mappe pastorali per ciascuna comunità parrocchiale; vareremo con fiducia ed entusiasmo nuovo itinerari di educazione alla fede; saremo capaci di aprire frontiere inedite di testimonianza cristiana. E, soprattutto, avremo l’adeguata energia pastorale per avviare un efficace e coordinamento tra le parrocchie.”
Questa Visita Pastorale segue quella indetta (dal 1999 al 2006) dal Vescovo Mons. Francesco Zerrillo, ora emerito. Il viaggio pastorale riguarderà ben diciotto centri per lo più subappenninici: Lucera, Troia, Pietra Montecorvino, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Casalnuovo Monterotaro, Roseto Valfortore, Faeto, Celle San Vito, Castelluccio Valmaggiore, Biccari, Alberona, Celenza Valfortore, Volturara Appula, Carlantino, Motta Montecorvino, San Marco La Catola, Volturino. La conclusione è stata fissata per il primo dicembre dell’anno in corso. Evidentemente, non ci sarà solo da percorrere un itinerario pastorale e spirituale, perché il Presule toccherà, per così dire, ad occhi nudi le condizioni di arretratezza e abbandono sociale di questi luoghi, praticamente abbandonati al loro destino. Qui manca quasi tutto: lavoro, giovani, nascite, strade e addirittura una pur flebile speranza di riscatto in prosieguo di tempo. Dunque, Mons. Cornacchia porterà anche una parola di conforto e di solidarietà della Chiesa diocesana, che, pur in situazioni di grosse difficoltà, non fa mancare il suo sostegno, che non è solo spirituale. Non a caso Mons. Cornacchia ha affermato che “privilegerà l’incontro con le persone, perché in questo modo entrerò in rapporto diretto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potrò rivolgere a tutti un invito alla speranza”.