Fa un certo effetto vedere i magistrati schierati a difesa del Tribunale di Lucera. In genere, si tratta di soggetti che amano non schierarsi in occasioni del genere, per ragioni facilmente comprensibili e condivisibili. Questa volta, invece, i magistrati sono usciti allo scoperto e non hanno lesinato dichiarazioni a sostegno del mantenimento del presidio giudiziario. In tante occasioni, si tratta di operatori che hanno prestato servizio a Lucera, per cui hanno una conoscenza diretta - e non per sentito dire – delle condizioni del Tribunale e, soprattutto, si portano dietro il patrimonio di professionalità e di serietà acquisito nelle stanze lucerine. Particolarmente significativa è l’intervista rilasciata dal Procuratore Capo della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, il quale praticamente ha affermato che la annunciata soppressione del Tribunale di Lucera porterà altri problemi a quello foggiano, che già vive in condizioni difficilissime. Ma, reca problemi soprattutto alle popolazioni del territori amministrati, che si vedrebbero privati di una presenza importante ai fini del lavoro di sorveglianza e di contrasto della criminalità, soprattutto quella garganica. IL dottor Vincenzo Russo non si lamenta per il solo fatto di vedere in prospettiva un appesantimento del lavoro del Tribunale foggiano, ma soprattutto di vedere dispersi legami col territorio che si sono consolidati nel tempo ed hanno dato credibilità a tutti quegli operatori che, ai vari livelli, si sono spesi per assicurare alle popolazioni buone condizioni di vivibilità in termini di sicurezza.
Non molto distanti da queste dichiarazioni quelle del dottor Francesco Bonito, che a Lucera ha lasciato ben tredici anni del suo impegno di Pretore. Insomma, gli addetti ai lavori non si esprimono per rafforzare un discorso campanilistico e identitario, ma soprattutto per sottolineare elementi di merito che non dovrebbero sfuggire tutte le volte che si mettono in campo simili provvedimenti. Certo, questi problemi, visti dall’esterno, sono incomprensibili, nel senso che l’uomo della strada non capisce perché si debba sopprimere il Tribunale di Lucera, che pure funziona benissimo, che ha antiche tradizioni, che è stato palestra per tanti uomini di legge, che ha assolto pienamente alle sue funzioni, spesso anche con personale al di sotto degli organici. Cari lettori, non ci sono ragioni logiche che giustificano tali provvedimenti. E’ la forza della politica, che quando scende in campo è come un trattore che tracima tutto. E se la politica non ha gente del posto in grado di fare contrasto, le conseguenze sono queste. Anche questa è un modo di fare clientela!
A Roma (Tribunale) e a Bari (ospedale) si stanno comportando in maniera spregiudicata, mettendo sotto i piedi quella concertazione che dovrebbe stare alla base di un qualsiasi provvedimento, specie di tale portata, che va a toccare pericolosamente anche lo stato sociale dei territori colpiti. Concertazione significa che tali provvedimenti devono essere discussi attorno ad tavolo con tutti gli elementi che possono concorrere alla individuazione della migliore soluzione. Così non è stato, per cui lo Stato di diritto va a farsi benedire. Tra Bari, con il poeta Nichi Vendola, e Roma, con i professori bocconiani, non è che vi sia molta differenza, perché le logiche dei tagli e delle tasse sono identiche. Queste cose vanno dette ora, perché qualcuno dovrà rispondere di questi provvedimenti capestro, che gridano vendetta. E la vendetta sta soprattutto nelle urne.
a.d.m.