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IL FERRAGOSTO LUCERINO VISTO DA ENRICO VENDITTI

 

Il vero Ferragosto Lucerino è evidentemente molto diverso da quello di oggi. Va detto soprattutto a beneficio dei giovani. Quello, indichiamolo così,  originale è descritto da par suo dal poeta e scrittore lucerino Enrico Venditti, che all’avvenimento ha dedicato un simpatico opuscoletto, che andrebbe riletto e meditato per entrare davvero nella profondità dell’animo dei lucerini di quel tempo. Per un caso abbiamo potuto rivedere quelle pagine così magistralmente scritte dal nostro poeta, pagine che sono un vero affresco  della realtà religiosa, sociale, comportamentale dei lucerini, attraversate, qua e là, da quello spruzzo di ironia tipica della penna dell’autore. Punto centrale di questo contributo è evidentemente la festa patronale e la devozione per Santa Maria. Quest’ultima viene vista in tutte le sfaccettature, quasi un incunearsi nell’animo dei devoti, specie di quelli della base popolare. E tra questi non mancano le figure caratteristiche, quelle che ordinariamente vengono bistrattate, derise e messe all’angolo, ma che ” ’ a festa d’aust” valorizza e porta in primo piano. Come quella di “Sceppe ‘u babbarielle”, Giuseppe lo scemo. Era lui che percorreva le strade annunziandosi con un grosso squillante campanello d’ottone per invitare, tra l’altro,  i fedeli alla novena.

 Sotto la zumata di Venditti passano tutti i santi chiamati a sfilare nella “precessione grande” del 16 agosto, quasi per fare da corona a Santa Maria: San Rocco, piccoletto con a fianco il fedele cane che gli  aveva leccato, per lenirla, la piaga della pestilenza che ingemmava il ginocchio scoperto; San Sebastiano legato al tronco di un albero, il corpo trafitto da frecce; San Pasquale con in alto l’Ostensorio, simbolo della sua devozione per l’Ostia Consacrata; San Leonardo, protettore dei carcerati, che ostentava delle catene spezzate; San Antonio Abate con ai piedi il porcellino d’argento;  San Benedetto col corvo che gli aveva portato, nel becco, il pane nello speco di Subiaco; San Francesco d’Assisi con le palme piagate dalle stimmate; appaiati sulla stessa pedana i fratelli medici San Cosma e Damiano; San Antonio di Padova col giglio e tra le braccia il Bambino delle sue apparizioni; Santa Cecilia con un piccolo organo, testimonio della sua passione per la musica; Santa Lucia con in un piatto gli occhi sacrificati per la sua purezza insediata; San Biagio vescovo protettore della gola, con la mitria e il pastorale; Sant’Anna, protettrice delle gestanti, con gli ex voto di puerpere; San Ciro e San Gaetano, ornati   il primo dagli ortolani e il secondo dagli Zurro e altri agricoltori del suo rione, con vistosi grappoli d’uva, primizia della stagione, per propiziare opimi raccolti. E tanti altri santi ancora. 

Una passerella di santità. Il poeta Michela Urrasio così si esprime su questo plaquette dal titolo “Vecchio Ferragosto Lucerino, editrice Catapano 1985”): “E ‘ un prezioso omaggio alle antiche memorie, a fatti e personaggi che qui vengono riportati con felicità di immagine e con una vivacità che sorprende e coinvolge. In queste poche pagine gli anni acquistano sequenze logiche e passano da un’epoca all’altra  senza interruzioni, né difficoltà. La rievocazione della processione si dipana davanti ai nostri occhi, portando alla luce quanto di più bello e di nuovo il popolo lucerino ha saputo creare per pagare, almeno in parte, il suo debito di riconoscenza alla grande Patrona. Il racconto, sostenuto da uno stile ricercato e semplice insieme, non conosce tregua: oltre alla statua di Santa Maria, “come soldati disciplinati”, i santi ci sfiorano con le loro piaghe, i loro vestiti gonfiati dal vento, con “ le corazze e le spade lustrate”

a.d.m.

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Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata.

Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

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