Si parla poco di loro. E se qualche volta accade è per metter l’accento su presunti peccatucci organizzativi. Chi sono? Sono quelli del comitato feste patronali, capitanato da Claudio Finizio, il quale si avvale della collaborazione strettissima di Paolo Monaco, definito nella scaletta degli incarichi coordinatore. Si parla molto dell’importanza degli aspetti liturgici della festa; si parla molto della valenza degli avvenimenti storici commemorati; si parla molto del programma e delle manifestazioni che vanno a riempirlo. Si parla poco di loro, quasi fossero un appendice trascurabile rispetto a tutto il resto. E, invece, se le feste patronali si fanno è perché esse sono frutto del loro impegno, che non è per nulla facile, specie in questo periodo di crisi, che vede il portafoglio dei cittadini alleggerirsi di giorno in giorno. Sappiamo quanto è duro il loro compito, che spesso non trova quella considerazione che meriterebbe da parte della popolazione. I componenti sono costretti a bussare a tante porte per cercare di ottenere il contributo volto a finanziare il programma e non sempre sono accolti con quella cordialità e spirito di partecipazione che sarebbe logico aspettarsi in casi come questi. Si, perché tutti, poi, sono pronti a fare i criticoni sulla riuscita della festa, ma pochi sono disposti a battersi il petto per essersi svincolati da ogni forma di partecipazione finanziaria!
Sappiamo che già lo scorso anno Claudio Finizio era fermamente intenzionato a ritirarsi, stanco di dover affrontare l’organizzazione delle feste patronali in una situazione di sempre crescente difficoltà e con i problemi di sempre. Poi non l’ha fatto ( e speriamo non lo faccia per un po’ di anni!) dietro sollecitazioni del nuovo Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, che già dall’insediamento ha voluto rendersi conto dei problemi connessi all’organizzazione della festa più importante di Lucera. Abbiamo seguito da vicino il compianto Peppino Polito, che per anni è stato nella pancia dell’organizzazione. La gente non sa, ad esempio, che il comitato deve accollarsi anche rischi di natura finanziaria, nel senso che deve firmare i contratti quando nelle casse non c’è un euro e nel periodo che precede il raccolto, quando sono in essere tutte le perplessità di un buon raccolto, che dalle nostre parti fa ancora test di economia prevalente. E bisogna farlo già a partire da febbraio, altrimenti sulla piazza si trova poco, posto che le patronali di Lucera calano nel mese di agosto, quando cioè soprattutto i soggetti dello spettacolo sono già impegnati su altre piazze.
Pur in presenza di queste difficoltà, i componenti del comitato si buttano a testa bassa, affidandosi, è il caso di dirlo!, alla protezione di Santa Maria Patrona. Tutto questo per dire che i cittadini sino all’ultimo hanno l’impegno morale di sostenere finanziariamente l’attività del comitato, che lavora non solo perché tutti possano ritrovarsi gioiosamente in un periodo significativo, ma anche perché la città possa mostrare all’esterno un volto sufficientemente accogliente. Insomma, incominciamo dalla base ad essere protagonisti di noi stessi, senza pretendere che siano sempre gli altri a darci una mano. E, poi, non va dimenticato l’aspetto religioso, che è preminente e che riguarda la devozione secolare dei lucerini per Santa Maria Patrona. E la devozione significa anche dare una mano a coloro che si adoperano perché la spiritualità delle cerimonie sia adeguatamente sostenuta e, anzi, accresciuta, potenziata. E, poi, pensiamo anche che nei tre giorni delle feste patronali tutta la Capitanata ci guarda, come è dimostrato dal fatto che nell’ultimo giorno la città ospita migliaia di cittadini provenienti da molti centri della provincia foggiana.
a.d.m.