Il Lucera è andato a picco col Minervino. E’ la seconda sconfitta consecutiva e per di più anche sul campo amico. E’ il momento di restare con i piedi per terra. Siamo stati tra i primi – lo confessiamo – a lasciarci illudere circa le possibilità di questa squadra, battente bandiera torremaggiorese , di poter conseguire risultati almeno dignitosi, di quelli insomma che avrebbero potuto preparare il terreno per un ritorno al calcio che conta. Per la verità lo lasciava intendere anche una dichiarazione dell’assessore Di Ianni dopo la fase di esordio, una dichiarazione che proveniva da una persona che mastica calcio da anni e che è stato il protagonista principale dell’operazione Torre-Lucera o Lucera-Torre. La squadra in queste due ultime partite ha mostrato i limiti di una preparazione inesistente e di una partecipazione psicologicamente raffazzonata. Del resto, bisognava prevedere che non si potevano fare grandi cose senza una programmazione definita, per cui solo un miracolo avrebbe potuto capovolgere la situazione logica delle cose. Anche nel calcio non si improvvisa nulla.
Non sappiamo quali e quanti mezzi esistano per giustificare eventualmente interventi in grado di rafforzare la compagine, che rischia di andare incontro ad un’altra brutta figura al termine del torneo. Certo, i margini di miglioramento ci sono nella progressione di un affinamento della preparazione soprattutto agonistica e nell’assimilazione degli schemi. Questo è da mettere in preventivo, purché non sopravvenga una sorta di demoralizzazione che potrebbe tagliare le gambe a tutti. Insomma, le due ultime sconfitte devono farci riflettere seriamente e prendere le misure adeguate. E’ evidente che qui bisogna anche tener conto dell’aspetto organizzativo, che non ci sembra sorretto da un assetto societario forte e ben definito. Ci sembra. Dunque, diciamo che non è accaduto nulla e riprendiamo il discorso all’insegna di un realismo che ci faccia davvero comprendere le difficoltà della situazione. Insomma, fare un lavoro di prevenzione prima che sia troppo tardi.
a.d.m.


