Grandi novità nella nostra cittadina, vittima sacrificale del continuo torpore inflitto dall’indifferenza delle istituzioni locali. Due giovani affermati maestri di ballo: Raffaele Ferrante e Maria Simona Gentile, con la loro arte, sostenuta da anni di sacrificio e caparbietà, stanno dando lustro e nuova vita culturale, con la divulgazione del “ Tango Argentino” . Il loro lavoro non si limita al semplice insegnamento sterile della tecnica dei passi o delle figure, ma soprattutto fa emergere nell’anima dei “tangheros”, la ricerca della sensualità, dell’ardore, della passione nell’appartenersi. Il tutto viene espresso nella danza che diventa solida opportunità di sentirsi ed essere una cosa sola. Enrique Santos Discepolo, uno dei primi compositori di tango argentino , disse: "Il tango è un pensiero triste espresso in forma di danza". Il tango nasce sulle rive del Rio de la Plata (tra Argentina e Uruguay), alla fine del XIX secolo. Verso la fine dell'Ottocento, sbarcarono nei porti sudamericani del Rio de la Plata, in fuga da guerre e carestie, ondate di emigranti italiani, francesi, ungheresi slavi, arabi, ebrei ecc.. Quest’enorme massa operaia spaesata, povera, prevalentemente maschile era in cerca di fortuna. Basti pensare che la popolazione maschile di Buenos Aires arriverà a toccare la percentuale del 75%, rompendo il normale equilibrio tra i sessi. In questo quadro, non è difficile, né strano trovare uomini che ballano tra di loro. Il nuovo ritmo sbarca nei bordelli e viene associato all’ambiente della prostituzione, in quanto erano solo prostitute e cameriere le uniche donne . Agli inizi del XX° secolo, Il tango sbarcò in Europa e precisamente a Parigi, capitale del glamour e della moda, allegra e spregiudicata. Il tango venne subito apostrofato dall’allora opinione pubblica perbenista una cosa sporca ed indecorosa. Ma, con il passare del tempo il tango venne finalmente e giustamente riabilitato . Il tango ballato cedette il passo al tango come canzone. Il mondo scoprì e ammirò, tra molti altri compositori , Carlos Gardel. Strumento principe del tango oltre a flauto, arpa, violino, chitarra, clarinetto è il bandoneón (piccola fisarmonica tipicamente italiana). Si attribuisce, infatti, al bandoneón la sonorità del lamento che caratterizza il tango. Il tango trascende e arriva al cuore di chi sta ammirando i ballerini, grazie ai sentimenti che essi mettono nel ballo e ovviamente alla qualità delle coreografie. Ogni strofa musicale, ogni passaggio, ogni tango ha momenti diversi. Ci sono momenti tristi, allegri, sensuali, o euforici, finali silenziosi o grandiosi, musica in crescendo o in calando. Il luogo dove si balla il tango argentino è chiamato Milonga, talvolta Tangueria. Non dimentichiamo che lo spirito del tango risiede dentro di noi. Lasciamolo nella sua vera forma e diamoci la possibilità di essere sedotti una volta di più dal suo fascino. I nostri due maestri attingono la loro arte dall’insegnamento di maestri internazionali : Ciccio Aiello e Chico Frumboli.
Giuseppe AUFIERO