Altro giro, altro rimpasto. L’assessora Barbaro viene cacciata e al suo posto arriva… la moglie del consigliere Davide Colucci. Una scelta che fa sembrare la giunta più una riunione di famiglia che un organo amministrativo.
E non parliamo di un consigliere qualsiasi: è lo stesso che negli ultimi anni ha fatto avanti e indietro tra maggioranza e minoranza come fosse una porta girevole, sempre pronto a salire sul carro più comodo del momento.
E cosa dire di un sindaco che, insicuro del consenso verso la sua persona, costringe le forze politiche che lo sostengono a firmare un documento per blindare la sua candidatura a sindaco anche per le prossime imminenti elezioni amministrative, pena il siluramento dell' assessore la cui forza politica non accetta questo ricatto? Altro che governare per il bene della città, qui a farla da padrone è solo il più egoistico e bieco "particulare".
Nel frattempo, per gettare polvere negli occhi dei cittadini, si spendono e spandono soldi pubblici per feste e festicciole, con affidamenti diretti più che discutibili. Musica, luci e buffet per coprire un’amministrazione in panne, mentre intorno la città affoga nel caos: problemi irrisolti, degrado, servizi che arrancano.
E come se non bastasse, il settore contenzioso regala la perla finale: il dirigente, in un documento ufficiale, definisce “incompetente” il vicesindaco al contenzioso, Claudio Venditti del Partito Democratico, gettando ombre e dubbi sulla professionalità dell’avvocato.
Il risultato? Una città governata da una giunta che cambia assetto più spesso di una squadra ultima in classifica, che spreca soldi in eventi di facciata e che usa le poltrone come pedine di scambio politico e familiare, mentre i problemi veri restano sempre fuori scena.