Il titolo di questo intervento potrebbe di per sé dire tutto in relazione all’attuale condizione di sofferenza psicologica in cui versa il Lucera Calcio. Dopo la partita interna contrassegnata dallo schiaffone dato all’arbitro da un dirigente del Lucera, ne stanno davvero accadendo di tutti i colori. Siamo stati i primi (e i soli) in sede di commento a far intravedere un atteggiamento di ritorsione nei confronti della compagine lucerina, tesi che nel momento in cui è stata formulata, a caldo, francamente ci sembrava un po’ eccessiva. Ora tale tesi ci appare un po’ più verosimile. Se un indizio non fa una prova, dice il diritto, più indizi possono formarla. E la prova è che anche nell’ultima giornata con la Rutiglianese il direttore di gara si è sbizzarrito nell’interpretare il regolamento in libertà e, guarda caso, sempre a beneficio della squadra avversaria. Anche la squalifica del campo e la decisione di giocare a porte chiuse ( a Cerignola) sono sembrate sproporzionate, per cui si deve dedurre che gli organi arbitrali abbiano scambiato i lucerini per delinquenti incalliti permanenti. La squalifica del campo deve essere supportata da fatti gravi, che obiettivamente non ci sono stati. Anche l’episodio dello schiaffo è stato enfatizzato nei referti, anzi sono stati stravolti nella interpretazione, frutto più della fantasia arbitrale piuttosto che della realtà del campo. Ancor più grave deve essere la situazione di intemperanza dei tifosi perché la partita si svolga senza la presenza del pubblico.
Qui non si tratta di fare i soliti piagnoni tanto per giustificare le proprie colpe. Certo, anche i giocatori lucerini e i loro dirigenti hanno qualche peccatuccio da farsi perdonare, ma questo non doveva indurre gli organi federali ad adottare misure draconiane. Abbiamo voluto richiamare questo aspetto per invitare tutti a tenere i nervi a posto, anche buttando giù qualche rospo. In questo finale di campionato, si rischia grosso se ci si lascia andare, magari per avendo tutte le ragioni dalla propria parte. Quest’ultime a che gioverebbero qualora la squadra, dopo sacrifici indicibili, venisse, poi, sbattuta nella serie inferiore? Vogliamo sperare che anche la federazione si tenga al riparo da atteggiamenti faziosi, che non dovrebbero neppure passare per la mente nel momento delle decisioni. Perché il rischio è di falsare il campionato. E di questi tempi di degrado complessivo del calcio, è l’ultima cosa che non dovremmo ( tutti) scansare.
a.d.m.


