Certo non poteva essere la forte terza classificata, la Melphicta, a determinare le condizioni ideali per consentire al Lucera di spiccare il volo verso lidi più alti e ambiti, mettendo, ovviamente, nel carniere tre punti preziosi. D’accordo, il match si è disputato sul campo amico, sul quale, però, si è perduta la consuetudine per via delle note vicende che hanno visto il terremo di gioco inutilizzabile per un lungo periodo. Il risultato di parità, comunque, non è da buttare via, non solo perché si mette di traverso rispetto ai precedenti esiti negativi, ma può rappresentare l’inizio di una striscia positiva, ora che alla guida della squadra è stato chiamato quel marpione di Pietro Maiellaro, che di calcio sa più del diavolo, soprattutto in fase di impostazione tecnica. Certo, il potenziale del parco giocatori è quello che è, pur tuttavia le possibilità di recuperi e di rilancio sono ancora possibili. Importante è che il Lucera dia continuità ai risultati, nel senso che anche più pareggi conseguiti in progressione possono movimentare la classifica e fare morale. Col vantaggio che pure i compagni di ventura del Lucera nelle parti basse della classifica non appartengono alla schiera degli imprendibili. Importante ora è assestare la squadra con il materiale a disposizione, magari con qualche rinforzino e, soprattutto, con la società compattata attorno ai giocatori per esprimere il massimo sforzo possibile in vista della dirittura finale. E’ auspicabile che l’effetto psicologico dell’arrivo di Maiellaro si faccia sentire sui giocatori, in quanto il nuovo allenatore è certamente figura di grande carisma. Aver giocato in serie A e con l’esperienza di allenatore delle giovanili del Bari è un patrimonio non di poco conto sul piano della conduzione.
Parliamoci chiaro: la situazione resta difficilissima, nel senso che anche le concorrenti a non retrocedere del Lucera metteranno in campo le stesse armi di difesa, specie agonismo e determinazione. Sarà davvero una battaglia all’ultima goccia di sudore quella che si preannuncia per non retrocedere. Stiamo parlando di un programma minimale, dato che all’inizio si pensava e si sperava di ottenere qualcosa di più da una squadra che si preannunciava competitiva. Resta sempre la nota dolente della mancanza di pubblico, quel pubblico che magari esterna negativamente sulle sorti della compagine bianco celeste, pur non partecipando alla sua avventura. Il pubblico serve non solo per incitare, ma anche per mettere i dirigenti nelle condizioni finanziarie di sostenere la attività.
a.d.m.


