Finalmente è arrivato il nuovo Vescovo. Dopo mesi di attesa mons. Giuseppe Giuliano ha preso possesso della Diocesi Lucera-Troia, scongiurando quello che si paventava potesse essere l’ulteriore scippo alla città e cioè la chiusura della Diocesi. Il cerimoniale della giornata è scivolato via molto velocemente grazie al nuovo prelato che ci è parso persona molto concreta e decisa. Ma io vorrei raccontarvi la giornata così come l’ha vissuta un giornalista che, dopo quasi vent’anni di attività in città, si è visto sbarrare la strada in più di un’occasione senza un motivo. Eppure di giornalisti presenti ne eravamo pochi, i soliti noti, di televisioni ne eravamo quante le dita di una mano, anzi due dita della mano, e a me è capitato il dito sbagliato, forse il medio… Scusate lo sfogo ma non riesco a spiegarmi il perché della totale ostilità verso chi da sempre ha voglia solo di documentare e raccontare (gratuitamente) fatti di Lucera e zone limitrofe. E così se non posso raccontare la preghiera del Vescovo davanti l’altare del Padre Maestro, ma questa potrete vederla su altri siti (ma non era privata e riservata??!!), e sull’altro dito (pardon televisione…), né la celebrazione (l’avrete vista – forse – in diretta televisiva… nonostante il segnale fosse disturbatissimo)… voglio parlare delle tante cose storte viste da dietro le quinte, luogo dove sono stato costretto a stare.
Voglio cominciare dalla pessima accoglienza dei fedeli napoletani, bloccati all’ingresso della Cattedrale, ai quali era stato ripetutamente detto che non era più possibile entrare in chiesa perché era piena… questa è l’accoglienza riservata agli ospiti parenti e amici del nuovo Vescovo? Senza parlare del pessimo audio in Chiesa. Tutta la parte iniziale non è stata seguita da alcuno, colpa forse del microfono scarico o della frequenza sbagliata, magari era meglio fare qualche prova prima della cerimonia. Ancora vorrei parlare delle decine, forse centinaia, di addetti alla sicurezza.
Mi è capitato diverse volte, quando ero alla ex tv Telecattolica, di raccontare giornalisticamente eventi dal Vaticano. Ebbene posso assicurarvi che non ho mai visto un dispiegamento di persone così folto per tenere a bada i fedeli, neppure fossimo al cospetto di una rockstar assalita da giovani ubriachi. In chiesa c’erano pressochè un addetto per ogni banco, di certo una esagerazione. Esagerazione soprattutto se si pensa al fatto che voci certe vogliono che per la sicurezza e l’organizzazione siano stati spesi oltre diecimila euro… soldi che sarebbe stato meglio destinare ai terremotati.
Infine il blackout durante l’omelia del Vescovo. In chiesa c’erano maxischermi, mega mixer, telecamere, microfoni etc. manco se la chiesa fosse lunga un chilometro. Possibile che nessuno abbia pensato che un tale carico potesse far saltare il contatore?
Non nascondo di essermi arrabbiato ieri, da giornalista prima, da fedele poi, infine da cittadino. Troppo sfarzo attorno a un vescovo semplice che, voglio ripeterlo, mi è parso concreto e deciso. Uno che ritengo possa incarnare sul serio il pensiero di Papa Francesco.
Un amico sacerdote, pubblicamente, ha risposto ad alcune mie rimostranze dicendomi “Emanuele, sono tanti anni, ma è possibile che ancora non impari?”. Lo ha detto stringendomi la mano quasi paternamente. Gli ho risposto “E’ vero don…, io non voglio imparare perché spero sempre che questa città possa migliorare!!”. E lo spero ancora, nonostante tutto. E ancora di più se penso che le poche parole del nuovo Vescovo portano a una speranza di una pulizia, soprattutto negli animi. Una pulizia che manca da diversi decenni nella nostra bella Lucera.
Emanuele Faccilongo