In una intervista alla “Gazzetta” e a commento dello scorso campionato del Lucera, l’allenatore Teodoro Torre è stato esplicito: senza un progetto serio e finanziato IN anticipo è meglio togliere il disturbo e dare largo spazio ai giovanissimi. Come dire partire da zero. Tra l’altro, Torre ha detto testualmente:” Di certo il calcio a Lucera non può vivere di improvvisazione e se lo sforzo fatto dai dirigenti attuali, per riportare un titolo degno del passato dei bianco celesti, non avranno seguito con impegni delle forze economiche locali o di gruppi anche esterni, non vedo un futuro roseo nelle categorie che contano, salvo affidarsi al rinascita partendo dal basso e puntando sui vivai delle varie Società locali”. Parole opportune quelle di Torre, che ha sperimentato di persona, rischiando l’infarto, di come sia difficile, impossibile partecipare al campionato senza un minimo di programmazione, anche e forse soprattutto finanziaria. Insomma, allo sbaraglio. Egli ha vissuto quest’anno una situazione difficilissima, per cui la conclusione della salvezza è da considerarsi davvero un miracolo. Un miracolo che servirà a ben poco, se già da ora, da subito non si faranno i passi necessari per individuare le condizioni minime per partecipare al prossimo campionato di promozione, che, obiettivamente, non è un gran che, ma perlomeno ci mantiene a galla nella considerazione minimale nel mondo pallonaro provinciale. Noi diamo queste cose da sempre e per averle dette e ripetute qualcuno ci ha accusato di essere fissati e pure iettatori.
Purtroppo, come si dice, i consigli che non si pagano non si ascoltano. I nostri suggerimenti vengono da lontano, posto che abbiamo per anni avuto la possibilità di stare al fianco di presidenti che si sono svenati per tenere in vita il Lucera Calcio. Tra gli ultimi vanno citati Lello Di Ianni e Gianni Pitta che, oltre ai quattrini, ci hanno messo un entusiasmo certamente fuori dell’ordinario. Alla fine tutti si sono dovuti arrendere, con amarezza, ma con la consapevolezza che di più non si poteva fare. Gianni Pitta ha messo anche a dura prova le finanze aziendali (per sua stessa ammissione) per sorreggere la squadra, ricevendo anche il benservito da una classe politica che non ha mai speso un euro e una parola per il calcio a Lucera, anche perché calcisticamente ignorante, incompetente, faziosa. Questa è la situazione nei fatti. Se, dunque, l’attuale dirigenza ritiene di ributtarsi nell’avventura del prossimo campionato deve prendere atto preventivamente che deve farlo con i propri mezzi, sapendo che non può contare su aiuti esterni. Lo deve fare, ripetiamo, da subito, sapendo che il tempo delle attese è inutile, dannoso. Certo, non è piacevole fare questi discorsi senza prospettive, ma è doveroso, perché ci sia piena consapevolezza delle difficoltà cui si va incontro.
Antonio Di Muro


