La gente si chiede: come facciano noi ad aiutare la Spagna se siamo sepolti sotto il macigno del debito pubblico e grosso modo inguaiati finanziariamente come la stessa Spagna, il Portogallo e la Grecia? La risposta è semplice: facendo noi più sacrifici, accrescendo il suddetto debito con l’OK dell’UE, rimandando sine die tutti quei provvedimenti che dovrebbero portare al rilancio dell’economia, di cui tanto si parla e si straparla senza mai indicare i mezzi con cui realizzarlo. Passerà, ad esempio, in cavalleria la promessa di non inasprire di un punto a settembre l’IVA, cosa questa che farebbe impennare i prezzi e di fatto determinare la svalutazione della moneta. O rendere impossibile il proposito di applicare l’UMU solo per quest’anno e non estenderla per gli anni successivi. E’ il caso di un padre di famiglia il quale, per aiutare il figlio in difficoltà e trovandosi già indebitato per proprio conto, si fa prestare i quattrini da un altro parente, cosicché al debito precedente si aggiunge un altro. E come farà la Spagna a rimborsarci il prestito se anche la sua economia ristagna peggio della nostra? Domande semplici, a cui i grandi editorialisti dell’economia non danno risposta. O almeno ci martellano dicendosi che fuori dall’EU in termini monetari sarebbe peggio.
Può darsi, ma nessuno ci spiega quali sarebbero le conseguenze. Che ci potrebbero stare, ma almeno avremmo la possibilità di liberarci dei tanti vincoli, di stampare direttamente la nostra moneta, di fare sacrifici per salvarla e consolidarla, anziché rincorrere gli stati in difficoltà, tra i quali ci stiamo anche noi. E’ insomma la classica catena di Sant’Antonio, che ci può portare direttamente a fallimento e, quindi, alla impossibilità di rialzarci. In questo bailamme, la sensazione è che quest’euro ci sta davvero portando alla catastrofe, se tutti gli indicatori sono negatici e per di più non fanno maturare alcuna possibilità circa una prospettiva incoraggiante. Se, dunque, dobbiamo morire per inedia e per volontà dell’EU, della Germania e di altri, allora ci converrebbe riprenderci la nostra libertà economica e politica e tentare di risollevarci, come è accaduto tante volte senza l’euro o perlomeno morire di morte nazionale. Chi si prenderà la responsabilità di fare il primo passo verso la salvezza e smetterla di pensare solo alle questioni di bottega di carattere nazionale? Anche chi pensava che il nuovo presidente della Francia facesse chissà quali miracoli si è dovuto arrendere alla forza dei mercati, che ormai sono quelli che gestiscono l’economia mondiale e la nostra vita!