Ciascuno è legittimato ad avere le sue opinioni sul conto di Adriano Celentano, sia come artista del bel canto che come telepredicatore o presunto profeta. Lo stesso si dica per Roberto Benigni ed altri della stessa famiglia. Però bisogna smetterla una buona volta di dire che questi signori vengono pagati in gran dagli introiti pubblicitari! Questo, infatti, è il messaggio fuorviante che viene fatto passare dalla dirigenza della TV, ma nella realtà non è così. Tutti i passaggi pubblicitari per eventi che prevedono una forte indice di ascolto hanno costi elevatissimi, proprio per l’incidenza che essi possono avere sul collocamento dei prodotti reclamizzati. Il costo maggiorato non spaventa i pubblicitari, dato che essi sanno poi come scaricarli: sui prezzi. E quando i consumatori vanno al mercato o negli esercizi commerciali si trovano i prezzi maggiorati proprio dai costi della pubblicità sostenuti per il Festival di Sanremo o altri avvenimenti simili Mica sono sciocchi i padroni della pubblicità! Semmai lo siamo noi che ci lasciamo abbindolare dalle loro chiacchiere. Si dice pure che una parte dei compensi da riconoscere a queste prime donne del varietà sono a carico della Rai. Benedetto signori, ma questi quattrini della televisione pubblica non giungono anche attraverso il canone obbligatorio? Insomma, noi cittadini paghiamo due volte: attraverso la tassa della Rai e i prezzi che andiamo ad accollarci quando andiamo a comperare quei prodotti così fortemente reclamizzati. Ora, in tempi di vacche grasse si può anche chiudere un occhio su queste cose, perché in definitiva vale la regola ormai consolidata del “mangio io e mangiano gli altri”! Ma quando si chiedono sacrifici, quando si rinuncia alle Olimpiadi perché non ci sono soldi vuol dire che è giunto il momento di fare riflessioni serie su questi costosi predicatori e affini. Sarebbe meglio avere quattro milioni in meno di spettatori a San Remo senza Celentano, Benigni e Fiorello,ad esempio, e risparmiare qualcosa per la nostre già povere tasche.
A difesa delle posizioni televisive, si dice che Celentano darebbe il compenso in beneficenza. Intanto, è tutto da verificare, posto che lo stesso Benigni promise di fare la stessa cosa ( a favore della struttura pediatrica del Meyer di Firenze) con parte dei quattrini ricevuti ( 250 mila euro), ma, poi, si è saputo che ciò ancora non è avvenuto, al punto che è stata fatta anche una interrogazione parlamentare (a firma del senatore Domenico Gramazio del PDL), in considerazione del fatto che è la Rai a metterci la faccia con queste promesse e per essa lo stesso Stato, tenuto conto che la proprietà dell’Ente televisivo è del Ministero del Tesoro. Ultima considerazione. Forse bisognerebbe incominciare a pensare di valutare in altro modo i programmi televisivi, specie di quelli di intrattenimento. Non può essere solo l’audience a decretarne eventualmente la qualità. Il nostro Presidente Consiglio Mario Mondi ha detto che gli italiani devono incominciare a seguire altri modelli in relazione al loro modo di porsi dinanzi ai problemi della vita. Sarebbe il caso che la esortazione portasse anche ridimensionare anche il ruolo della televisione, che ci assorbe al punto da far salire sui palcoscenici predicatori a ruota libera. A nostre spese, per di più.