Non si comprende perché un po’ tutti ce l’abbiano con l’Equitalia. Se la disoccupazione aumenta, se le banche non danno più fidi, se gli imprenditori decidono loro malgrado di farla finita perché messi sul lastrico da una tassazione soffocante e via di seguito la colpa è dell’Equitalia! E’ sorprendente che il problema non venga posto nei suoi termini reali e in questo ci mettono del proprio anche i nostri governanti e più in generale i politici. Con la conseguenza che vengono attaccate le sedi dell’Equitalia e alcune volte anche alcune sue figure operative. Insomma, si corre il rischio di animare il “dalli all’untore” di manzoniana memoria, mentre la verità è tutt’altra. Va premesso che l’Equitalia è l’agenzia pubblica nazionale abilitata per legge alla riscossione delle tasse, come dire che è il cassiere dello Stato in materia fiscale. La sua attività è disciplinata dalla legge, per cui, tranne alcune possibili casi di abbaglio o errori nella procedura, non v’è ragione di prendersela con l’esattore quando qualcosa non va nella economia o nella posizione del contribuente. In caso di inadempienze, anche qui l’agenzia si limita a pretendere i pagamenti arretrati o non effettuati, mettendo in moto le procedure esecutive previste dalla legge. Qualora l’agenzia non lo facesse – ed anche nei termini previsti – rischierebbe di riconoscere allo Stato quanto dovuto e non versato dal cittadino moroso, dato che esiste in scienze delle finanze il principio dello”scosso per non riscosso”. Come dire, tu (esattore) anticipi quanto dovuto dal contribuente e dopo ti adopererai per il recupero.
Ovviamente, in questo caso scatterebbero anche le responsabilità personali, addebitabili ai dipendenti inadempienti. Per capirci, l’Equitalia ha sostituito le vecchie esattorie gestite dai privati, i quali sono stati sempre etichettati come sanguisuga. Vero o non, lo Stato decise di affidare la riscossione ad un organismo super parters a connotazione pubblica, proprio per evitare possibili casi di accanimento messo in campo dai privati. Naturalmente non è che i privati agissero al di sopra di leggi e regolamenti, ma alcune volte davano l’impressione di voler accrescere il proprio aggio, anche quando non dovuto. L’aggio, per chi non conosce la materia, è una specie di commissione che veniva riconosciuta agli esattori privati a fronte del loro servizio di riscossione. Evidentemente non è che bisogna accettare a occhi chiusi tutte le risultanze dell’Equitalia, restando impregiudicato l’altro principio del controllo e dell’eventuale contestazione in tema di pretesa dei pagamenti ritenuti illegittimi. Però, bisogna che il cittadino comprenda che non è l’Equitalia a mettere le tasse, bensì i Governi, che, per trasformarle in soldoni, hanno bisogno comunque di un esattore. Equitalia o altro ente la musica non cambia. Bisogna pagare e basta!