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LA PROSIMA RIVLUZIONE DI INTERNET NEI RAPPORTI TRA CITTADINI E P.A.

 

 “Le norme sono importanti, ma non bastano. Occorre anche cambiare la cultura e i comportamenti quotidiani. Per i cittadini e le imprese conoscere le nuove semplificazioni è essenziale per far valere i propri diritti” 

Con queste parole il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha salutato  la definitiva conversione in Legge, avvenuta il 4 aprile 2012, del Decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in mate¬ria di semplificazione e sviluppo.

In effetti si tratta di una Legge  destinata a rivoluzionare i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione. Se leggiamo l’articolo, forse, più importante del nuovo testo, ci rendiamo conto di come essi siano destinati a mutare, da quì ad un futuro molto prossimo.

“A partire dal 1° gennaio 2014 tutte le procedure per i cittadini e le imprese saranno online. 

Le comunicazioni tra gli uffici dovranno avvenire esclusivamente attraverso i canali e servizi telematici e la posta certificata.”  (Art.47-quinquies Decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in mate¬ria di semplificazione e sviluppo)

Questa “rivoluzione” del burocraticismo che dopo l’unità d’Italia ha coinvolto tutta la P.A. fino a frenarne, negli ultimi anni, lo sviluppo e la crescita, tanti erano gli ostacoli frapposti alla libertà imprenditoriale e alla stessa vita dei cittadini, costretti a convivere con una selva di norme  tali da farli sentire più sudditi che destinatari dei pubblici servizi, richiede però un compartecipazione univoca tra le varie componenti la vita pubblica della Nazione: uffici pubblici, cittadini, imprese, tutti devono fare la loro parte per raggiungere gli obiettivi che semplificheranno il nostro modo di vivere. Un ruolo fondamentale e sempre più importante avranno in questo campo: internet e la diffusione della cultura telematica. Parole come: open date, open service, banda larga, siti web, fascicolo elettronico, firma digitale, decertificazione, dematerializzazione, dovranno entrare nel lessico abituale di tutti noi. Purtroppo gli studi sulla diffusione di internet in Italia, pur in forte crescita negli ultimi anni, ci dicono che siamo ancora lontano  dagli standard di utilizzo degli altri Paesi europei. C’è ancora una considerevole parte della popolazione che, per i motivi più diversi, non utilizza il pc e le sue applicazioni. L’ultima indagine ISTAT ( 21 dicembre 2011)  a tal proposito rileva  che: “Dai dati emerge un quadro in miglioramento, ma non ancora soddisfacente, sull’ utilizzo del PC e sulla fruizione di Internet da parte dei cittadini italiani. L’ Italia rimane in coda all’ Europa per quanto riguarda il possesso, l’ utilizzo di computer, dotazione di connessione al web.”

Importanti sono i dati sull’effettivo utilizzo della “rete: Vediamoli insieme:

-58.8%  -  percentuale delle famiglie italiane che possiede un PC  in casa. Valore in crescita di 1,2 punti percentuali rispetto al 2010.

-45.8%  - percentuale delle famiglie che possiede una banda larga per la connessione al web.

-54,5% – famiglie dotate di accesso a internet

Inoltre, le famiglie con almeno un figlio sono tecnologicamente più evolute, le famiglie di soli anziani che presentano livelli bassi di dotazione tecnologica.

Ancora più significativi i dati  sul target di persone che non utilizzano internate e sul perché:

-41,7% – dichiara di non possedere internet per mancanza di competenze a utilizzarlo

-26,7% – non considera internet utile

-12,7% – utilizza internet non da casa ma da altro luogo

-8,5% – considera costosa la tecnologia connessa a internet

-9,2% – considera troppo elevati i costi di connessione

Insieme a queste difficoltà, direi “soggettive” che impediscono un utilizzo diffuso delle reti telematiche, ce ne sono altre legate alla conformazione territoriale del nostro Paese, che impedisce per esempio  la diffusione della banda larga, in alcuni Paesi molto piccoli dei quali è disseminato il nostro meridione. I questo campo lo Stato deve fare la sua parte e rendere accessibile a chiunque la possibilità della connessione veloce senza la quale non è possibile competere , specie per le P.A. e le imprese, con l’economia degli altri paesi Europei. Non solo, anche adoperarsi, come previsto dallo stesso Codice dell’Amministrazione Digitale, a svolgere opera di formazione e divulgazione  verso  i cittadini.

Se, dunque, nel 2014 tutti dovremo essere pronti ad affrontare questa rivoluzione che inciderà sulla vita di tutti i giorni dei cittadini e delle imprese, è necessario essere  consapevoli dei vantaggi che si rifletteranno anche sulla qualità della nostra  vita. Pensare  di richiedere certificati, iscriversi a scuola, prenotare esami presso le AASL, svolgere una pratica, verificare le nostre posizioni fiscali e contributive, partecipare a un concorso, tanto per citare alcune delle tantissime cose che, già oggi è possibile fare tramite internet, senza muoversi da casa, risparmiando così costi per il trasporto, file interminabili e arrabbiature agli sportelli, non è cosa da poco. E se nelle città del centro/nord Italia la pratica di visitare i siti web delle P.A. ed utilizzare i servizi web da queste offerti è piuttosto diffusa, da noi  stenta ancora a decollare. Ancora oggi devo, personalmente, constatare, come ci siano lunghe file agli sportelli per.es. dell’INPS, del comune, della questura e prefettura, per richiedere certificati e documenti facilmente reperibili sui siti della amministrazioni interessate. Per fare degli esempi concreti, basti pensare che tantissimi persone, a differenza di quanto accade in altre realtà, è ancora restia ad utilizzare il sistema di prenotazione on line, che consentirebbe, per  esempio, di evitare file agli sportelli dell’ufficio passaporti, presentandosi all’ora e il giorno prescelto dal cittadino senza attendere file e perdere tempo. Ancora: quest’anno le scelte e le iscrizioni a scuola ( media inferiore) potevano già essere fatte tramite internet; in tal modo, sempre da casa, i genitori avrebbero potuto “visitare” i vari siti scolastici e scegliere quello più adatto per i loro figli. Per non dire di quanti anziani e donne si vedono in fila sin dalle prime ore del mattino o, nei giorni di apertura, del pomeriggio, presso le sedi dell’inps, per chiedere o fare un’operazione che avrebbero potuto svolgere comodamente da casa; analoga cosa avviene alle poste nei giorni di pagamento delle pensioni  Purtroppo in pochi ne approfittato. Gli esempi potrebbero continuare e sono sintomatici di un modo di pensare tutto nostro, del meridione d’Italia, dove, a sentire gli interessati, persiste l’abitudine a recarsi di persona presso gli uffici; fare pubbliche relazioni con le altre persone in fila; battibeccare con gli impiegati: insomma, un modo di vivere e di passare la giornata che ancora  stentiamo a scrollarci dalle spalle. Pensate che per costringere in qualche modo gli italiani ad utilizzare un importantissimo strumento come l’autocertificazione, il 1^ gennaio 2012 sono entrate in vigore nuove norme che, di fatto, “obbligano le amministrazioni pubbliche ( tutte)  a NON rilasciare più certificati, pena  sanzioni, anche penali, in presenza di dati e fatti autocertificabili. Così come è fato  DIVIETO a  tutte gli Enti  della P.A. di ricevere certificati e documenti per i quali è, ora,. OBBLIGATORIA l’autocertificazione. Anche in questo caso sotto la comminatoria di sanzioni penali ed amministrative. Il 2014 è vicino, dobbiamo  cambiare in fretta la nostra mentalità e avvicinarci a quegli strumenti che, come internet, volenti o no, oggi hanno un ruolo importante  e, di più, lo avranno in futuro. Credo che, a regime, tutti ne avremo dei vantaggi. 

 

Dr Salvatore AIEZZA ( Funzionario Ministero Interno)

 

 

 

 

 

 

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Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

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