In occasione della ricorrenza di San Basilide, patrono della Polizia Penitenziaria, il Corpo di Polizia Penitenziaria di stanza a Lucera e a San Severo, celebrerà la ricorrenza, sabato 30 giugno 2012.
Il personale di Polizia Penitenziaria di Lucera celebrerà la ricorrenza alle ore 10,30 presso la chiesa di San Francesco Antonio Fasani (zona
Lucera 2). La Santa Messa sarà celebrata da S.E. Mons. Domenico Cornacchia della Diocesi di Lucera - Troia. Saranno presenti il Comandante della Polizia Penitenziaria lucerina Comm. Dott.ssa Daniela Occhionero e il Direttore della Casa Circondariale Dott. Davide Di Florio. Il Dott. Di Florio coglierà l'occasione, per ringraziare tutto il personale che ha partecipato alle celebrazioni dell'annuale Festa Regionale del Corpo di Polizia Penitenziaria, svoltasi lo scorso 29 maggio proprio a Lucera in Piazza Duomo.
Il personale di stanza a San Severo, celebrerà la ricorrenza alle ore 18,45 presso la Piazza A. Moro di San Paolo di Civitate.
Alle ore 19,00 ci sarà la Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Lucio A. M. Renna della Diocesi di San Severo. A seguire alle ore 19,45, i saluti e i
ringraziamenti del Sindaco del Comune di San Paolo Civitate Dott. Generoso Perna, del Comandante della Polizia Penitenziaria di San
Severo Comm. Dott. Giovanni Serrano e del Direttore della Casa Circondariale di San Severo Dott. Francesco Paolo Sagace.
Sarà una cerimonia sobria, che vedrà tutti gli agenti della polizia penitenziaria insieme per onorare il Santo Patrono e poter anche rilanciare la loro opera negli istituti di pena vigilando per il bene comune così come dice il motto del corpo “
a.z.
Storia di San Basilide:
San Basilide è testimone ed esempio di forza nella fede e di coerenza nella testimonianza dei valori cristiani vissuti senza timore, anche di fronte ad una scelta, da lui compiuta, di seguire Cristo fino al martirio. Egli, ci racconta la storia, era un soldato romano, che si trovò a partecipare al martirio della vergine Potamiena e di sua madre Marcella. Simpatizzante della fede cristiana protesse la martire dalla ingiurie e dagli insulti durante il tragitto verso il martirio. Ella, in segno di riconoscenza, gli promise che avrebbe pregato per la sua salvezza. Potamiena morì tra atroci tormenti, pregando e perdonando i
suoi carnefici. Basilide, a quella vista, credette nel Signore e pochi giorni dopo si rifiutò di giurare fedeltà al Dio imperatore. Fu quindi
imprigionato ed ucciso con l’accusa di tradimento. Il suo sacrificio segnò la sua vita sull’esempio di Cristo, come afferma il Vangelo: "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Così salverà la sua vita, perdendola per me e per il Vangelo".