E’ successo di nuovo! Un altro folle, questa volta a Romano di Lombardia, decide di impugnare l’arma, legittimamente detenuta e andare in un pubblico ufficio a seminare per ore il terrore nei poveri impiegati e i cittadini che erano presenti.
Ci diranno le cronache che l’uomo era in possesso, oltre che del fucile, anche di due pistole, coltello e munizioni. Un bell’arsenale non c’è che dire. In molti si domandano come sia possibile che taluno vada in giro con una pistola a commettere reati che, come a Firenze qualche tempo fa, finì in strage con morti e feriti. Premesso che nel nostro Ordinamento le norme in materia di armi, pur potendo sembrare il contrario, sono di per sé molto rigide, la problematica è legata a quanti acquistatane una, in forza di un titolo che lo autorizzava, continua a detenerle nel tempo senza che l’Autorità preposta venga messa in grado di conoscere le, eventuali, possibili, mutate condizioni soggettive e oggettive della persona interessata. Faccio un esempio: Un uomo di quarant’anni, dopo essersi sottoposto ad una serie di accertamenti e verifica di idoneità, ottiene il sospirato nulla osta ed acquista una pistola. La denuncia regolarmente e poi, di tutto questo non se ne saprà più nulla.
Poniamo ora, che giunto a sessant’anni lo stesso uomo, cominci ad ubriacarsi. Un bel giorno, in preda ad uno stato di etilismo esce per strada e cominci a sparare. Questa è la realtà dei fatti. Riguardo a ciò, non più tardi di qualche mese fa avevamo dato notizia dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni sulle armi, in attuazione delle direttive europee in materia ( 2008/51/CE), che prevedevano una stretta sul controllo, acquisizione e detenzione di armi, materie esplodenti e sulle attività ad esse legate. Avevamo anche precisato come il dd.ll 204/2010, entrato in vigore il primo luglio 2011 fosse molto parziale; nel senso che solo alcune norme, forse nemmeno le più incisive, sarebbero state subito operative, mentre la parte più importante, quella che riguarda controlli e verifiche sanitarie e non solo, vennero rimandate ai decreti e regolamenti attuativi che ancora oggi non sono stati emanati. Tra le norme “rimandate” avrebbe dovuto esserci quella che prevede il controllo ogni 6 anni, tramite presentazione di certificato medico aggiornato, dei requisiti sanitari per chi possieda un arma acquistata con semplice nulla osta ( che ricordiamo non abilita al porto dell’arma fuori dal luogo per il quale è stata chiesta la detenzione) o con una licenza (per esempio uso caccia o uso sportivo, oppure difesa personale ecc) non più rinnovata. Questo è proprio il caso del “sequestratore bergamasco”. Aveva una vecchia licenza di porto per fucile uso caccia oramai scaduta e in virtù della quale aveva acquistato le armi che ovviamente non avrebbe potuto più portare con se’ perché la licenza era scaduta, ma ben poteva detenerle. Nelle norme che ho richiamato, era prevista l’introduzione di una nuova certificazione sanitaria, molto più severa di quella oggi in vigore, per l’acquisto e/o detenzione di un arma e anche l’importante obbligo di notificare ai congiunti e propri famigliari il rilascio del nulla osta per l’acquisto di un arma. In pratica, quando la riforma del settore sarà a regime ( speriamo molto presto) diventerà molto più difficile sfuggire ai controlli o continuare a possedere un arma pur nelle mutate condizioni soggettive e oggettive del detentore, come accaduto nel bergamasco, ultimo di un allarmante catena di episodi simili. Oggi in pratica succede che, a parte i controlli a campione che pure si fanno in numero considerevole, chiunque acquista un arma, o con nulla osta o perche’ titolare di licenza di porto di armi, può continuare a detenerla a vita. A volte le armi vengono detenute all’insaputa dei famigliari o delle persone conviventi: Ecco perché gli obblighi di controllare lo stato psicofisico del detentore ogni 6 anni ( che non è un termine breve ma meglio di niente) unito a quello di far sapere ai congiunti che in casa ci sono delle armi e se questi hanno motivi validi per opporsi ( e ce ne sarebbero di casi) costituirebbe un buon punto di partenza per la sicurezza di tutti. Speriamo che ora, il nostro legislatore, acceleri le procedure ed emani i regolamenti per la definitiva attuazione della normativa Europea.
Dr Salvatore Aiezza (Funzionario Ministero Interno)