La compagnia della Guardia di Finanza di San Severo ha eseguito, nello scorso fine settimana, una serie di controlli contro il fenomeno dell’illecita decodifica di codici di accesso criptati per la visione "in chiaro" dei programmi della pay per view "Sky Italia".
L’operazione condotta nei comuni di Sannicandro Garaganico e Cagnano Varano ha consentito di rilevare nr. 6 “allacci pirata” presso locali pubblici durante le partite milan - Roma e Juventus - Inter.
In particolare, sono state accertate condotte delittuose che vanno dall’utilizzo di abbonamenti c.d. “residenziali” in locali aperti al pubblico, alla frode di “card sharing”.
Il "Card Sharing", che si traduce letteralmente in "condivisione di carte", è un sistema tramite il quale è possibile condividere attraverso internet una o più smart card della tv satellitare tra più utenti connessi.
La pratica è divenuta abbastanza diffusa nell'ambito della cosiddetta pirateria satellitare, in quanto il card sharing è di fatto un modo illecito per condividere un unico abbonamento regolarmente sottoscritto con una o più emittenti satellitari, collegando in rete più decoder appositamente modificati, sprovvisti di regolare contratto.
Il card sharing si basa sull'esistenza di un server (c.d. card server), collegato ad internet, regolarmente in possesso di un contratto di abbonamento, a cui sono connesse una o più smart card delle tv satellitari, alla quale sono collegati numerosi decoder modificati, detti in gergo "client".
All'interno del server, la smart card è presente fisicamente nell'apparato computerizzato del "pirata" satellitare", mentre tutti i decoder client della rete permettono la visione abusiva della pay per view grazie alla decriptazione dei codici di accesso che vengono continuamente inviati dal server stesso, emulando la presenza al loro interno di una smart card vera e propria.
Il card sharing è illegale sia perché evita il pagamento del dovuto canone all'emittente televisiva satellitare da parte di chi si collega con il decoder "client" al server illegale (violazione della legge sui diritti d'autore), costituendo una vera e propria truffa informatica, sia perché viola le norme del codice penale volte ad impedire l'accesso abusivo nei sistemi informatici e telematici.
I sei titolari dei locali pubblici sono stati denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria per i reati di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici nonché di installazione ed utilizzo di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive.
Nell’occassione sono stati verbalizzati anche nr. 2 esercizi per l’omesso pagamento del canone di abbonamento tv.