Giustamente nell’anno fasaniano, è stato ricordato il francescano conventuale Padre Bernardino Nonni, il quale ha operato a lungo, anche come guardiano, nel convento lucerino, dando un contributo notevole per la conclusione positiva del processo di canonizzazione del Padre Maestro. Per questo gli è stata concessa la cittadinanza dal Comune di Lucera. Di Padre Bernardino è stata ripubblicata la prima biografia, a cura dell’attuale guardiano Padre Giovanni Iasi. Pubblichiamo questo significativo contributo, perché pochi sanno che la statua del Padre Maestro ( proprio quella posta sul trono accanto a quella di Santa Maria Patrona) è stata realizzata dall’ing. Giovanni Accinni, che per diversi anni è stato il capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Lucera e frequentatore assiduo di“San Francesco”, come figlio spirituale di San Francesco Antonio Fasani. Ecco di seguito il testo.
Quando fu certa la beatificazione del Padre Maestro i Frati di Comunità a Lucera pensarono, oltre all’urna in bronzo dorato offerta dal Comune per collocarvi il corpo del Fasani, anche a una statua in legno. Furono preso accordi coi Santifaller di Ortisei (Bolzano), inviando agli stessi fotografie dei quadri del Padre Maestro, descrizioni somatiche, età, colore, altezza ecc. Era già avvenuta la solenne beatificazione del Fasani in San Pietro a Roma ( 15 aprile 1951), ma della statua ancora nulla; si aspettava con trepida ansia, anche perché per le feste patronali di Santa Maria Patrona in Lucera, 13,14 e 15 agosto, si voleva solennizzare a livello cittadino l’avvenuta beatificazione con una giornata riservata al povero figlio della povera mamma Isabella portando in processione la splendida urna con il corpo del Fasani e la sua statua, statua che tardava ad arrivare.
I due religiosi presenti nel convento, Padre Antonio Pace e Padre Antonio Capone ( il sottoscritto arrivò a Lucera verso il 20-23 maggio 1951), erano fortemente preoccupati. Finalmente, nella seconda metà di luglio, arrivò la sospirata cassa con una statua. Sorpresa: aperta la cassa, si presentò ai nostri occhi trepidanti la figura di un giovane Frate Cappuccino vestito di marrone lucido, con la barba bionda come pronto a spiccare in volo. Rimanemmo sbalorditi. Passato quell’angoscioso momento, ci radunammo noi tre frati per il da farsi. Certo non potevamo presentare ai lucerini quella statua che non raffigurava neppure in piccola parte il Fasani. Rimandarla ai Santifaller perché ricercassero e ci spedissero la statua da noi ordinata? Ma quanto tempo sarebbe passato? Erano tempi quelli con pochi telefoni che non sempre funzionavano; le ferrovie, quella accomodate dopo la guerra, erano lente, lentissime; i carri ferroviari peggio.
I Santifaller dovevano ricercare la statua da noi ordinata e dove rintracciarla? E le feste patronali erano prossime! Esaminammo diverse soluzioni, tutte non fattibili anche per il tempo che urgeva. Frequentava San Francesco un ingegnere. A lui qualche volta gli avevano esposto, lui molto riservato, le nostre preoccupazioni: ci rispondeva di aver fiducia. Intanto, noi avevamo deciso di trovare uno scultore a Lucera o a Foggia che potesse venirci incontro. Ma non se ne fece nulla. Una mattina che ci intrattenevano in sacrestia palando dell’argomento statua c’era anche l’ingegnere Giovanni Accinni, ingegnere capo del Comune di Lucera. Quasi all’improvviso, proponemmo ad Accinni di far lo scultore del Padre Maestro. Con la sua nota modestia Accinni non accettò la proposta, dicendo che non avrebbe atto una cosa degna del Fasani, anche se qualche lavoretto l’aveva fatto per conto proprio. Infine, Accinni cedette alle nostre preghiere e accettò di essere lo scultore del Fasani.
Tenemmo la cosa segreta. Pensammo che il lavoro si sarebbe potuto svolgere nella sacrestia della Confraternita, a porte chiuse. L’ingegnere chiese 15 giorni di ferie. Si armò di scalpelli, colori ecc. e si mise all’opera. In una quindicina di giorni, l’ingegnere portò a termine la scultura che secondo noi, inesperti, era ben riuscita. Una sera, quando la chiesa era chiusa, portammo in San Francesco la statua coperta da un grande velo e al mattino la presentammo ai fedeli. La sera, dopo la funzione vespertina, il superiore, Padre Antonio Pace, la benedisse e il tutto si concluse con l’immancabile inno al Padre Maestro. Nel nostro cuore innalzammo una preghiera ringraziamento allo “ scultore improvvisato” ing. Giovani Accini. E il 14 agosto 1951 si fece la solenne processione per l’avvenuta beatificazione del Padre Maestro. La statua, ammirata dai fedeli, portata a spalla dai confratelli, precedeva la bella urna con il corpo del Padre Maestro.