Il quartiere “Cappuccini” lamenta l’isolamento di fatto in cui si trovano a vivere i suoi residenti. E lo fa formalizzando la costituzione di una comitato civico di protesta, che si è assunto l’onere di farsi portavoce dei problemi presso le autorità comunali o, comunque, di quelle istituzioni ritenute titolate ad intervenire nella direzione di affrontare le diverse precarie situazioni emergenti. Questo quartiere ha di molto modificato le sue connotazioni, soprattutto da quando è entrato in esercizio il tratto della strada “Carmine Vecchio”, che praticamente ha tolto dall’isolamento l’intera zona, un tempo classifica di estrema periferia e, quindi, quasi sempre relegata in posizione di subalternità rispetto al resto della città. Ora i “Cappuccini” si sono inseriti in un quadro allargato dei collegamenti urbani, per cui di qui viene veicolato l’intenso traffico da e per il capoluogo e raccolto quello che si sviluppa intorno alla cinta urbana. Insomma, per una città d’arte come vuole ritenersi Lucera, il quartiere “Cappuccini” costituisce oggi anche un biglietto da visita per la città federiciana, soprattutto lungo l’itinerario che porta all’anfiteatro augusteo, ai giardini pubblici e persino nella zona del maniero svevo. Cosa in particolare chiede il comitato civico appena costituitosi? La ripresa dei lavori della scuola elementare “Umberto Bozzini” e la urgente realizzazione dell’opere di riqualificazione urbana, quelle previste dai cosiddetti piani “Pirp”.
Sono opere che incidono molto sulla stessa qualità della vita degli abitanti. Naturalmente si guarda anche al rilancio che potrebbe avere tale zona una volta completata la nuova casa di riposo e l’intera riqualificazione dell’area circostante, progetti messi in campo dagli amministratori della vecchia casa di riposo “Maria de Peppo Serena” e “San Leonardo”, defluite in un unico soggetto giuridico. Si chiede anche di dare decoro urbanistico a quest’area, con insediamenti abitativi che non rimarchino il vecchio modello a cosiddetta vocazione popolare, un modello che col tempo e, soprattutto, con le mutate caratteristiche della zona ha mostrato tutta la sua inopportunità architettonica. Il comitato civico “Cappuccini” va ad ingrossare le file di altri già esistenti e operanti nelle zone di periferia, a dimostrazione che non sempre l’attenzione degli organi istituzionali locali riescono a percepire in tempo utile le istanze di chi è costretto a vivere oltre il centro storico, a volte senza la disponibilità dei servizi primari. E a dire che queste zone sono sempre al centro degli impegni elettorali!