“Avviare il confronto tecnico-amministrativo con il Governo in una nebulosa e certamente tardiva conferenza dei servizi vuol dire accettare la possibilità che si avvii l’estrazione del petrolio dai fondali delle Tremiti: non è questa la volontà delle popolazioni costiere”. Il deputato del Partito Democratico, Michele Bordo, torna sui contenuti e l’esito dell’incontro con la ministra dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, per ribadire che “l’unica soluzione a questa vicenda è la revoca dell’autorizzazione alle indagini geosismiche”.
“Francamente trovo del tutto fuori luogo i toni ottimistici, a tratti trionfalistici, dei parlamentari e degli amministratori del PdL – continua Bordo – Sono assolutamente convinto dell’opportunità di non rompere l’unità del fronte istituzionale, politico e civico su un tema così importante e delicato per il futuro del territorio; ma non è possibile assistere alla strumentalizzazione elettorale che gli stessi hanno fatto delle vaghe promesse fatte dal ministro dell'Ambiente, la quale ha invece ribadito la scellerata scelta di aprire una nuova via del petrolio nel Basso Adriatico.
La Prestigiacomo e il ministro dello Sviluppo economico non possono prendere in giro le migliaia di cittadini e le decine di istituzioni che sabato 7 saranno a Termoli per manifestare contro la scelta di autorizzare la ricerca del Petrolio a largo delle Tremiti – insiste il deputato del PD – A cosa dovrebbe servire la conferenza dei servizi, sempre ammesso che si faccia, se l’autorizzazione non viene prima revocata? Prima si autorizza e poi si discute con il territorio? E se si trovasse il petrolio che si fa? Un’altra conferenza di servizi per convincere il territorio ad accettare che in una straordinaria zona turistica e di mare si estragga petrolio?
Se anche i parlamentari del PdL convengono sulla incompatibilità tra l’estrazione del petrolio e la tutela dell’ambiente e dell’economia turistica – conclude Michele Bordo – lo ribadiscano con chiarezza ai rappresentanti del Governo ed evitino di legittimare iniziative dal chiaro significato elettorale, che scompariranno dall’orizzonte non appena le urne delle amministrative saranno chiuse”.