Consolidare un pacchetto di interventi su strade, ferrovia, aeroporto e porti che, con il principio della perequazione infrastrutturale, assicurino la risposta finanziaria «appropriata e realistica» alla pianificazione dei trasporti e della mobilità provinciale. È il programma di lavoro che il segretario provinciale del Partito Democratico, Paolo Campo, ha affidato a Michele Salatto, neo-responsabile del dipartimento per le Politiche dello sviluppo. Se ne è discusso martedì, nella sala riunioni dell’Unione provinciale del PD, in un seminario aperto a parlamentari, amministratori e segretari cittadini dei centri maggiori. «In provincia di Foggia – ha detto Campo – abbiamo messo il tema della mobilità delle persone e delle merci in cima alla scala delle nostre priorità, testimoniando coerenza con la strategia europea e regionale, oltre che responsabilità rispetto a scelte che guardano lontano e agli asset fondamentali per uno sviluppo economico stabile». «Adesso è il momento di concentrare i procedimenti e le progettualità su pochi grandi interventi – ha detto Salatto – chiedendo che le istituzioni territoriali, la Regione e le principali imprese pubbliche nazionali coordinino le agende in modo da dare risposte sostenibili, anche finanziariamente, a un territorio che ha pianificato ma che ha risorse scarsissime per portare avanti progettazioni di grande impatto, dalle grandi artiere viarie al trasporto pubblico locale su treno-tram, dalle perequazioni necessarie a ridurre la marginalità delle aree del Gargano e dei Monti Dauni, fino alla logistica per le merci e al potenziamento dello scalo del "Gino Lisa"». Il segretario ha annunciato la composizione di un Documento coordinato che sarà portato all’attenzione della Direzione provinciale del PD: «Il gap infrastrutturale della Capitanata sta dentro la più generale questione di politiche pubbliche avare nei confronti del Mezzogiorno, verso cui, nel decennio 1996-2006, le spese in conto capitale di Anas sono state solo del 41,7%, quelle di Ferrovie un modestissimo 19,7%, per non parlare del 35% delle spese in conto capitale delle pubbliche amministrazioni destinate a infrastrutture e trasferimenti alle imprese. Serve una mobilitazione per non perdere occasioni che non torneranno più ed impedire che a livello centrale si proceda con la logica differenziata per territori: al Nord l’alta velocità, al Sud i treni che si fermano nelle stazioni fantasma dell’Appennino. E’ dalle istituzioni territoriali, in primis Provincia e Area vasta, che deve partire l’input ad attivare tavoli di confronto con le organizzazioni sociali – conclude Paolo Campo – da tradurre in linee operative su cui attivare confronti serrati e concludenti con la Regione Puglia ed il Governo».
C.S.