Lucera, 29 Novembre 2017 - San Francesco Antonio Fasani.
Il prossimo 6 dicembre cade il 40° anniversario della scomparsa di Raoul Follereau (Nevers, 18 agosto 1903 – Parigi, 6 dicembre 1977), il poeta, scrittore e giornalista francese che ha dedicato la vita ai malati di lebbra e agli ultimi, e ha ispirato un vasto movimento di solidarietà nel mondo. Una delegazione dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau (AIFO) sarà presente all’udienza generale di papa Francesco del prossimo mercoledì, nel giorno di questo anniversario.
Follereau è uno dei maggiori protagonisti della solidarietà nel dopoguerra, pioniere delle molteplici modalità con cui la società civile sollecita oggi l’opinione pubblica internazionale. Il suo nome è legato alla battaglia per i malati di lebbra che costituiscono allora il gruppo più emarginato dal punto di vista materiale e spirituale. Oltre all’enorme sforzo per migliorare la condizione di questi malati messi al bando della società, Follereau è l’autore di una rivoluzione culturale e morale che porta a considerare i malati di lebbra persone come le altre. Questa rivoluzione non si è ancora conclusa - tanta radicata è la paura secolare nei loro confronti - ma il cambiamento di prospettiva operato da Follereau ha stimolato i progressi della medicina – oggi la lebbra è una malattia perfettamente curabile – e soprattutto ha portato ad includere i malati nei processi di riabilitazione e di inclusione a beneficio delle comunità dove vivono.
AIFO trae ispirazione proprio da questo suo nuovo approccio per promuovere programmi di sviluppo inclusivo su base comunitaria nelle aree di emarginazione che coinvolgono non solo i malati di lebbra, ma anche i poveri, le persone discriminate per le loro disabilità o altri stigmi sociali, in una parola per gli ultimi.
Bologna, 1976 – Incontro con R. Follereau, gruppo di Lucera
Il lascito più importante di Follereau è del resto l’attenzione agli altri. Il pensiero più profondo che lo accompagna per tutta la vita è proprio questo: “Nessuno può essere felice da solo”. I malati di lebbra sono l’esempio più tragico di quelli che papa Francesco chiama gli “scarti” dell’umanità. Follereau individua fin da subito i fattori della produzione di questi “rifiuti” umani. La sua diventa fin dall’inizio una battaglia contro “tutte le lebbre”, per interrompere la catena che genera questi “scarti”.
È un messaggero di pace, e in piena guerra fredda ingaggia la lotta contro l’olocausto nucleare e lo spreco di risorse degli armamenti che potrebbero servire a risolvere i problemi che affliggono l’umanità. Denuncia l’egoismo come uno dei mali, insieme al denaro, più decisivi nel mantenere un assetto sociale diseguale dove fame e miseria vengono coltivate. Per la peculiarità della sua visione del mondo, Follereau rientra tra i grandi profeti della seconda metà del Novecento.
Dotato di un carisma eccezionale, si è battuto per una società aperta ed inclusiva, dove la libertà e la dignità di ciascuno siano rispettate, dove ogni persona possa trovare il proprio posto senza ledere i diritti altrui. Immagina una “Civiltà dell’amore” non come costruzione utopica, ma come il risultato di una volontà comune. A questi valori si ispira ancora oggi AIFO nel suo impegno in Italia e all’estero.
Ha investito nei giovani coinvolgendoli nelle sue battaglie più difficili, ottenendo un’adesione entusiasta e grandi risultati. A loro, ieri come oggi, affida il compito di proseguire l’opera appena iniziata. “Il futuro sarà come voi lo costruite” è l’ultimo messaggio di speranza che ci ha lasciato, di cui io ed altri amici di Lucera abbiamo avuto l’onore di ascoltare, salutare e di seguire le sue orme per 40 anni.
Ogni anno, nell’ultima domenica di gennaio, si celebra in Italia e nel mondo la Giornata Mondiale dei malati di Lebbra (GML), voluta da Follereau a partire dal 1954, rivolta ormai all’inclusione di tutti gli ultimi. Il prossimo appuntamento è per domenica 28 gennaio 2018.
Arturo Monaco
Referente gruppo AIFO di Lucera-Troia