Studiare l’evoluzione della moneta nei secoli porta a scoprire delle etimologie che noi colleghiamo a ben altre cose (vedi precedente articolo sulla moneta chiamata “Cornuto”). Oggi parliamo della “Pistola”, certamente non riferita all’arma da fuoco. Il termine della moneta Pistola fu utilizzato per indicare delle monete d’oro spagnole del XVI secolo. Infatti la prima moneta ad essere conosciuta con questo nome è proprio l’escudo o pistola ( foto ),emessa dalla regina Giovanna I di Castiglia e il figlio l’imperatore Carlo V d’asburgo nel 1537 con un titolo di 22 carati d’oro e un peso di circa 3,40 grammi riportante al diritto lo stemma coronato e al rovescio croce fiorita in quadrilobo coniata nella zecca di Siviglia. L’etimologia , a parere di molti esperti numismatici ,si deve al nome di “Piastola” (piccola piastra) configurata è conosciuta meglio come doppia o doblone. Questa moneta deve la sua fortuna ai molteplici ritrovamenti di oro nelle colonie spagnole in America che permisero ai vari regnanti spagnoli di coniarne tantissime, prevalgono certamente per numero e anno (1566) quelle del re Filippo II . Ad onor di cronaca dobbiamo riferire che questo termine fu utilizzato per moltissime altre monete degli Stati europei tra cui la Francia con i suoi Louis D’or di Luigi XIII,la Lorena con l’ecù di Carlo III, la Danimarca, Malta, Svizzera, Germania, Scozia,Irlanda. Anche in Italia,il nome pistola venne dato alle 50 lire genovesi ,alle monete di Modena della famiglia D’Este,alle monete di Parma, alle monete dei Savoia in Piemonte. Su tutti però vogliamo ricordare la splendida doppia o pistola (foto) di Papa Pio VII(Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti ) del 1817 emessa nella zecca di Roma nel XVIII anno di pontificato raffigurante al diritto lo stemma dei Chiaramonti con sopra le chiavi decussate e la tiara e al rovescio San Pietro in trono che tiene le chiavi. Questa moneta pesa circa 5,45 grammi di oro e fu chiamata anche doppio zecchino o doppio scudo. Le valutazioni di mercato sono legate soprattutto alle condizioni dello stato di conservazione delle stesse.
Giuseppe Aufiero
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