Come definirlo? Buttiamoci: è un finale di campionato fotocopia! Nel senso che anche quest’anno si è ripetuto puntualmente quanto ha caratterizzato il finale degli ultimi campionati, grosso modo a partire dalla caduta di Gianni Pitta. Intanto, notiamo che quasi tutti coloro che cercavano di difendere l’indifendibile ad inizio campionato, con l’aggravante di definire noi dei gufi sconsiderati, sono ora sulle stesse posizioni di chi scrive queste note, sciorinando un campionario di critiche che sarebbe stato meglio mettere formulare esibire a tempo debito. Detto questo, c’è da registrare una ennesima delusione nella famiglia del calcio lucerino, che, fatte salve la buona volontà e la determinazione della dirigenza, non è riuscito neppure quest’anno a darsi un assetto definitivo, il solo in grado di poter disegnare il suo futuro. Torna così prepotentemente il discorso della programmazione, che, senza risorse sufficienti, è utopistico pensare di ideare e concretare. I dirigenti attuali ce l’hanno messa tutta per portare avanti un campionato dignitoso sotto il profilo finanziario( inventandosi anche una lotteria!), ma alla fine si sono dovuti arrendere nel mare dell’insolvenza, che significa non aver potuto onorare le scadenze delle spettanze dovute ai giocatori. I quali ultimi devono essere completamente assolti, perché hanno dimostrato veramente un inusuale attaccamento alla maglia, poiché hanno protestato ed abbassato le armi solo a salvezza conquistata.
E di questi tempi non è un atteggiamento ricorrente! Siamo stati considerati come i gufi della situazione quando abbiamo invitato lealmente i dirigenti a farsi i conti in tasca e ad ipotizzare anche qualche anno sabbatico per il calcio lucerino, che non significa offendere la sua tradizione e tradire i suoi momenti magici. Del resto, a questa conclusione sono giunti anche i responsabili di pallacanestro e pallavolo, che pure hanno utilizzato anche l’ultima goccia di sudore per evitare la cessazione dell’attività. Alla fine hanno dovuto abbassare la guardia, anche per non compromettere la posizione famigliare, che non campa di gol e schiacciate. Non sappiamo se l’attuale dirigenza riterrà di fare qualche altro passo per tentare una nuova avventura del tipo di quella scorsa. Se sarà così, sarebbe opportuno mettere sul tavolo tutte le carte disponibili e farsi, come suole dirsi, i conti in tasca. Considerando pure che il momento è quello che è, nel senso che c’è poco da sperare sugli aiuti di privati, dell’imprenditoria locale e dello stesso Comune. Questo significa parlar chiaro. Pur se agli attuali dirigenti va dato l’onore delle armi.
a.d.m.


