È stato un week-end all’insegna dello spettacolo a Palazzo D’Auria Secondo di Lucera, dove venerdì 12 e sabato 13 settembre si sono avvicendati artisti di grande calibro. Si è partiti con ‘Small Talks in Trio’, il concerto di Joe Barbieri accompagnato da Giacomo Pedicini al contrabbasso e Antonio Fresa al pianoforte. Il giovane musicista e cantautore, che ha mosso i primi passi alla corte di Pino Daniele, ha creato subito un ambiente intimo, caratterizzato dallo spirito di una serata tra amici che non si vedono da un po’ di tempo e si raccontano le loro storie. Fammi tremare i polsi e Diamoci del tu sono stati i primi brani interpretati dal trio, seguiti da Scusami, Gira e rigira, In una stanca indifferenza, Leggera (canzone che ha sfiorato di essere interpretata da Mina), Zenzero e cannella, Lacrime di coccodrillo e Le milonghe del sabato, inciso con Gianmaria Testa, che fotografa attraverso una serata tra tanghi e milonghe, la vita di un ballerino che ha fatto della pista da ballo il proprio terreno di conquista. A chiudere la serata due grandi pezzi, La voglia, la pazzia (di Ornella Vanoni) e Cucurrucucù Paloma (del cantautore messicano Tomás Méndez) che Joe Barbieri ha dedicato al pubblico presente. Bagno di folla sabato 13 settembre per Sergio Rubini in ‘Storie di Sud. Recital di sole di terra di mare di musica e di passioni’. Sul palco, insieme al popolare attore e regista pugliese, i due attori Maurizia Pavarini (voce narrante) e Pino Bruno (voce recitante), accompagnati al piano da Daniela Giordano - che oltre ad eseguire brani di accompagnamento ha interpretato brani da solista su musiche tratte dal repertorio folk e di tradizione - e alla chitarra da Giampaolo Sardella, chansonnier, artista poliedrico, geniale e imprevedibile che ha divertito e intrattenuto il pubblico anche oltre lo spettacolo. Uno spettacolo lungo un viaggio, attraverso i paesaggi, i profumi, i sapori e le storie del Sud. La povertà, la fame, la vita di paese, la taranta, la guerra. Temi e ambienti che diventano veritieri soprattutto quando a raccontarli è la voce calda, dall’inconfondibile accento pugliese, di Sergio Rubini.Palazzo D’Auria Secondo L’attore, a fine spettacolo, ha regalato al pubblico una poesia in dialetto grumese sui soprannomi, scritta dal grande storico indimenticato Giacomo D'Angelo, svelando anche quello che è stato il suo soprannome da ragazzo, ‘A miss’, perché portava il cappotto con sotto i pantaloni corti. Durante le due serate è stato possibile degustare il Nero di Troia Casa Primis, per l’occasione personalizzato con le etichetta d’autore curate da Vincenzo Beccia e Salvatore Lovaglio. Gli artisti lucerini hanno lavorato sul concept ‘Rubedo, Rosso come l’oro’ ideato da Francesca Di Gioia.
L’ultimo appuntamento del Festival della musica e dello spettacolo è in programma venerdì 26 settembre e vedrà protagonista Don Pasta, dj, economista e appassionato di gastronomia, in “La parmigiana e la rivoluzione”.