“Gli italiani hanno capito che senza crescita rischiamo di trasformare la cura intrapresa (ndr: riferimento alle recenti manovre) in una sorta di calvario verso l’anoressia, raggiunta la quale il debito sarà ancora alto e noi non avremo più né le forze né risorse per abbatterlo. SI rischia, in una situazione del genere, di creare nel Paese un clima psicologico opposto a quello che serve per rendere condivisa l’austerità alla quale comunque esso è chiamato: se tanto devo morire, perché devo morire digiuno?” Chi afferma queste cose? Mica uno qualsiasi! Le dice l’onorevole professor Giuliano Amato che ha un curriculum di economista di rilievo e che è stato un po’ tutto: Presidente del Consiglio, Ministro del Tesoro, potente Sottosegretario nel Governo Craxi e via di seguito. Dice delle cose giustissime, anche se, al solito, manca la ricetta per risorgere. Anche Amato insiste sulla ripresa, ma non indica come realizzarla. Del resto non ci è riuscito neppure lui quando teneva le redini dell’economia e sfornato manovre finanziarie rigorosissime, come in occasione dell’inserimento della famosa imposta patrimoniale, quella famosa che, da un giorno all’altro, ci ha tolto dai nostri libretti a risparmio e conti correnti bancari e postali un pezzo delle nostre disponibilità.
Quasi una rapina! Operazione, si disse, indispensabile per sanare i nostri conti e determinare le condizioni per l’ingresso nell’Europa dell’euro. Allora Amato ci disse che i sacrifici sarebbero serviti per far scattare subito dopo una fantomatica ripresa, che difatti non c’è stata, contribuendo ad appesantire la situazione attuale. Siamo andati a rileggere le dichiarazioni di Amato, il quale dice le stesse cose di Tremonti oggi. Anche allora Amato parlava di un non meglio necessità di ripresa, senza però indicarci le soluzioni pratiche. E continua a farlo. Sono davvero strani questi nostri politici. Quando sono in maggioranza e alla guida del Paese si rifugiano in una serie di no quando si tratta di allargare i cordoni della borsa. Quando, poi, vanno all’opposizione si allargano a dismisura, dando lezioni di incapacità a destra e a sinistra. Conclusione: fino a quando la politica economica si valuterà per steccati, per schieramenti, non riusciremo mai a conseguire risultati duraturi di rilievo. Ci sono argomenti che dovrebbero essere affrontati in modo bipartisan quando interessano tutti, perché tutti vogliono tenere in efficienza il proprio portafoglio.