Non si sa come stiamo veramente combinati in economia. Uno sguardo ai mass media. Un giorno ci dicono che stiamo in coma, all’ultimo respiro, in quello successivo si afferma il contrario o che almeno siamo in buona ripresa. Alla fine, si determina una specie di derby tra i cosiddetti catastrofisti e gli indomabili ottimisti. Il guaio è che tutti parlano, propongono, scrivono, concludono senza fare dei raffronti omogenei, obiettivi, spinti come sono dal sacro furore ideologico, che inevitabilmente sfocia nella contrapposizione tra maggioranza e minoranza politica. La verità incontrovertibile è che, come altri del resto, abbiamo una montagna di debiti per i quali è richiesto un sacrificio da parte di tutti per evitare di uscirne schiacciati e perdenti. Una recente indagine del Credit Suisse dà torto ai catastrofisti. Da tale rapporto si evince che le famiglie italiane, che hanno in totale oltre 9 mila miliardi di ricchezza, superano nella graduatoria pro capite quasi tutte quelle degli altri Stati dell’Unione europea e battono ampiamente le consorelle degli USA e del Giappone. Infatti, pro capite gli italiani hanno, di media, 260mila dollari. Ci superano solo i francesi, con 294mila dollari e i belgi con 275, mentre gli inglesi sono dietro di noi con 258mila euro e i tedeschi con 163mila. Superiamo anche i giapponesi con 248mila dollari pro capite e gli abitanti degli Usa con 181mila. Questi dati dicono che l’Italia è solvibile e perciò in grado di pagare i debiti.
Ancora. L’Istat comunica che in agosto il fatturato del’industria è aumentato del 12% e che gli ordinativi sono cresciuti del 10,5%. Diverse imprese dovranno ricorrere allo straordinario verso fine anno per soddisfare le commesse estere, che sono in crescita soprattutto da Stati Uniti, Turchia, Germania e Brasile. All’interno di questo quadro improntato all’ottimismo c’è anche la Puglia. Sempre l’Istat ci informa che nel secondo trimestre dell’anno l’occupazione nella nostra regione è aumentata di 49.358 unità, con incremento del 4%, passando da 1.209.804 a 1.259.162. Tutto questo a fronte di una flessione di tre regioni ricche come il Piemonte e il Veneto. Il rapporto è complessivamente positivo e contiene un invito a non abbassare la guardia, perché anche da noi i segnali possano essere sempre più incoraggianti. Di fronte a questi rilevamenti i catastrofisti sono stati per qualche giorno in silenzio non per riflettere, ma solo per passare alla controffensiva usando l’armamentario di tutti i però di questo mondo per dire che il panorama è buono ma tende al peggio. Se queste sfide fossero dei giochi ci potrebbero anche stare a titolo di divertimento. Il guaio è che esse influenzano i mercati, sui quali già irrompono agili gli analisti delle agenzie di rating pronti ad usare la matita blu. Quello che si richiede in economia è equilibrio e riserbo, che sinora sono state merce rara.