Leggiamo insieme questa dichiarazione:” Si sta facendo una grande confusione sulle decisioni del Governo in materia di tagli. Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà. Ha un senso tenere in piedi una macchina amministrativa composta da un Sindaco, da 2-3-4 assessori e da un Consiglio Comunale di 12 consiglieri in un Comune che conta 200 o 800 abitanti? Io credo di no. La verità è che molte amministrazioni si lasciano prendere la mano, buttando soldi al vento”. Chi fa questa affermazione? Forse uno dei parlamentari di area governativa che vuole l’abolizione o l’accorpamento dei piccoli Comuni? No, è semplicemente il primo cittadino di Faeto in Provincia di Foggia ( 643 abitanti), Giuseppe Cocco, il quale va giù in controtendenza in questo periodo che vede in linea di massima i Comuni assestati su una posizione contraria alla eliminazione dei piccoli campanili, pur garantendo i servizi essenziali. Per la verità, la dichiarazione del Sindaco di Faeto non appartiene al mondo dei casi isolati. Tanti Sindaci, anche del Nord, sia pure con la sordina sulla bocca, ammettono che sarebbe serio e necessario una riconsiderazione degli assetti istituzionali locali, anche in relazione al progressivo e inarrestabile decremento della natalità e conseguentemente alla riduzione del numero degli abitanti. Una rimodulazione che potrebbe essere la eliminazione dei municipi o semplicemente una accorpamento di alcune loro funzioni.
Che senso ha, ci diceva un amico Sindaco di una cittadina di 600 abitanti, tenere una struttura tecnica autonoma per un Comune di poche centinaia di anime? O un responsabile di Ragioneria per un numero limitato di pratiche, che, peraltro, non richiedono grandi competenze, data la loro ripetitività? A motivo di risparmio si potrebbero utilizzare questi elementi per i Comuni del proprio ambito territoriale, a scavalco, ma non per questo smontando l’assistenza prima garantita. Anche perché alcune funzioni essenziali sono di pertinenza della Provincia, come, per esempio, quella della gestione delle strade extraurbane. Se non si vogliono tagliare le Province, sarebbe il caso di darle di funzioni di coordinamento più efficaci, in modo da assicurare una più accentuata presenza sul proprio territorio. Sono tanti i Sindaci – che si mantengono al coperto per non provocare altre polemiche – i quali ritengono esagerata la struttura amministrativa e politica in Comuni piccoli, struttura che spesso utilizza più tempo a fare polemiche che a risolvere i problemi. Questo perché spesso in tali centri emergono conflittualità personali per l’appartenenza di famigliari a schieramenti politici opposti. Insomma, occorrerebbe inquadrare questi problemi alla luce delle vere realtà esistenti sui territori, anziché fare proclami di principio che non servono a nulla,, anzi, servono ad accantonare i problemi senza mai risolverli.