E’ un Lucera Calcio disperato. Cioè senza speranza (dis-sperato). Si può vivere senza speranza? A questo punto riteniamo che la fiamma della speranza bianco celeste sia piuttosto flebile, visto che è stata imboccata una strada che porta al precipizio. Qualcosa in più doveva venir fuori dall’ultimo incontro casalingo con il Carapelle, una partita che i colleghi avevano messo come apripista per una gran corsa che avrebbe dovuto portare alla salvezza. Invece, i risultati sono stati ancora deludenti, anzi mortificanti, pur con tutte le attenuanti del caso. Si dice che il risultato è bugiardo, perché frutto di paurose disattenzioni della difesa, Ma, signori, la difesa non è un reparto avulso dal complesso, è una espressione importante della squadra che deve saperla gestire con avvedutezza, chiudendo i troppi spazi larghi, all’interno dei quali si insinuano le scorrerie degli avversari. Tanto più che quest’anno le partite del Lucera sono costellate di tante disattenzioni. Una volta è l’arbitro, una volta è la difesa disattenta, un’altra volta ancora la imprecisione degli attaccanti, insomma una serie di motivazioni che francamente non reggono. La verità è che la squadra è troppo debole e non ce la fa a tenere testa anche ad avversarie di pari peso. Diciamo di più. Noi siano convinti che obiettivamente la compagine bianco celeste valga molto di più rispetto a quello che esprime in campo.
La questione è che i lucerini devono scendere sul terreno di gioco con la forza della disperazione, sapendo che non possono ancora fare strage di punti utili alla salvezza. E ciò compromette il loro impegno anche in termini tecnico-agonistici, per la fretta di chiudere subito la partita, fretta che è sempre una cattiva consigliera. Inoltre, il fatto che si sia cambiata la conduzione tecnica più volte ha prodotto più danni che altro, perché ad un certo punto il lavoro di assimilazione degli schemi è diventato più difficile, perché i tempi per farlo sono stati obiettivamente brevi. Insomma, si assiste pure ad un imbarbarimento delle posizioni in campo, che non può essere neppure mitigato dagli assolo di qualche elemento di particolare spessore tecnico, che non c’è e né ci può essere per la politica sparagnina della società. Ciò premesso, ci dobbiamo abituare a soffrire ogni domenica, sperando di non morire di speranza!
a.d.m.


