La nostra Lucera, può vantare a pieno titolo di essere “Città d’arte”, non solo per i monumenti storici esistenti sul territorio ma anche per i suoi figli che le hanno danno lustro e riconoscimenti unanimi a livello nazionale ed internazionale. Tra le figure di spicco, oggi parliamo del maestro “Giuseppe Ar”, pittore,disegnatore, acquerellista . Giuseppe Ar, nasce a Lucera il 11.01. 1898 da Francesco Ar (fu Napoleone) e Luisa Zaza.Famiglia modestissima(stallieri della famiglia Cavalli)abitavano in un terraneo in piazza Nocelli (ex sede partito repubblicano). Fin da bambino mostra un talento artistico molto spiccato,incoraggiato dal suo insegnante Raffaele Graziani. Figura semplice, dal carattere mite e a volte introverso,trasporta sulla tela i colori che più rappresentano la sua anima con toni delicati e allo stesso tempo poetici . Verrà definito scherzosamente “pittore grigio”. All’età di 27 anni ,nel 1925 ,si trasferisce a Roma dove affina lo studio del disegno e della prospettiva presso il rinomato studio di Antonio Mancini. In quel triennio, fino al 1928, da modo di far conoscere la propria vena artistica pittorica. Molte mostre, gli conferiscono il tanto meritato successo. Anche S.M. Vittorio Emanuele III visitò la sua prima mostra personale romana presso la galleria “Fiamma”.Tutto questo frastuono non fece che accelerare il suo ritorno a Lucera, dove la quiete e l’aria nativa, fortificarono la convinzione a trasporre sulla tela le cose umili con occhio discreto e malinconico .Con i proventi romani, compra una casa di antichissima costruzione in via san Francesco ai numeri civici 65,67 che condivide con la novella sposa, la signora Concetta Testa(di Nicola) nata il suo stesso giorno e mese , ma con 17 anni di differenza (11.01.1915).Dalla loro unione non sono nati figli. Per assicurarsi comunque un modesto tenore di vita insegna disegno nella scuola . Nel frattempo la sua pittura , dove ritrae maggiormente, gli aspetti della vita solitaria e quotidiana, la luce diventa l’elemento predominante che fa nascere un alone modellatore con un lento chiarore soffuso. La sua pittura fonde e abbraccia tutti i suoi soggetti,dai mobili ai muri dei palazzi fino ad arrivare alle assorte e rassegnate figure femminili . Il 31 gennaio del 1956, a Napoli , dopo che la sua mostra aveva ricevuto a Parigi nel 1955 presso il “ Salon de Noèl” il tanto e sospirato riconoscimento internazionale, venne a mancare. A posteriori, molti critici tra cui lo stesso Vittorio Sgarbi ne hanno tessuto le lodi e la maestria pittorica. Le sue opere sono sparse un po’ ovunque,molte presso il nostro museo civico “G. Fiorelli”. Delle sue opere non esiste un catalogo completo certo,tranne quello abbozzato e curato da Paolo Emilio Trastulli, sopratutto per le molteplici copie (falsi) in giro. Un ultima chicca sul nostro pittore riguarda la statua del Padre Maestro, commissionata nell’occasione della sua beatificazione nel 1951,agli scultori Santifaller di Ortisei . La statua consegnata, non riproduceva l’austerità del Fasani (biondo,roseo,giovane e aitante), per cui Giuseppe Ar,all’occorrenza scultore, dovette lavorarci sopra parecchi giorni per trasformare e consegnare le fattezze del Santo frate che oggi noi ammiriamo nel nostro bel santuario.
Giuseppe Aufiero