Dopo che tutti i media nazionali ed internazionali ci hanno inondati di fiumi di inchiostro e propinati video in tutte le salse per osannare il ritiro del mitico capitano e simbolo della Roma Francesco Totti ,anche noi nel nostro piccolo e in punta di piedi, vogliamo parlare non certo del campione ma soprattutto dell’uomo. Oltre che di successi individuali, la sua carriera è costellata di grandi risultati sia con il club sia con la Nazionale; su tutti, la vittoria del Campionato del mondo nel 2006 in Germania. Nella stagione 2000-2001 Francesco Totti ha guidato la sua Roma verso la vittoria dello scudetto che mancava da tantissimo tempo. Il palmarès del “capitano” si compone, di due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, un campionato europeo under 21 e la vittoria della classifica cannonieri e nella stagione 2006-2007 la Scarpa d'oro come miglior realizzatore del campionato italiano e di tutti i campionati europei. Francesco è ambasciatore dell'UNICEF e protagonista di numerosi eventi di beneficenza. Chiamato affettuosamente “er pupone”, è una delle poche bandiere rimaste nel mondo del calcio. E' sposato con la showgirl televisiva Ilary Blasi, con la quale ha avuto tre figli. Totti non è un giocatore normale, non è solo un campione, non è solo un fuoriclasse. Egli è uno dei pochissimi che, nella storia di questo sport, sia riuscito ad andare al di là della maglia del club (ha sempre indossata una sola, quella giallorossa) per diventare il campione di tutti. Totti ha vinto poco, ma ha avuto tutto: ha giocato nella sua città e nella sua squadra del cuore. Ne è diventato l'idolo. Ha cumulato record su record, ha infilato il pallone alle spalle dei portieri più forti del mondo. Ha innalzato i rigori tirati con “er cucchiaio” a livelli di arte pura. Stadi interi si sono alzati ad applaudirlo, a rendergli omaggio. Il suo è stato un addio bellissimo, struggente, come tutti vorrebbero: baciando il trofeo più importante, quello che ogni bambino sogna di alzare al cielo quando inizia a tirare i primi timidi calci a quel meraviglioso pallone fatto di cuoio, fango e sudore. Quella piccola sfera gli ha concesso una carriera lunghissima, privilegio di pochi fino alla soglia dei quarant'anni, terreno riservato ai portieri. Gli ha regalato la forza di imbastire giocate straordinarie anche nei pochi minuti che nell'ultima stagione gli sono stati concessi. Campione di razza, ma sopra tutto un uomo imbastito di tanta semplicità, umiltà, correttezza umana, esercitata non solo sul campo, ma soprattutto nella vita e nella famiglia. Francesco si è sempre dimostrato sensibile a chi accanto alla sua porta aveva bisogno di aiuto, non sempre economico ma molte volte con l’esempio. Francesco è restato quel ragazzo semplice nato il 27/09/1976 a porta metronia dove la sua mamma Fiorella gli insegnava che tre cose nella vita dovevano essere prioritarie: la famiglia, lo studio e il calcio.
Giuseppe AUFIERO