Finalmente è stato riconsegnato alla cittadinanza di Celenza Valfrotre il complesso monumentale di San Nicolò (ex monastero delle clarisse). L’edificio sacro era stato dichiarato inagibile e chiuso al pubblico a causa dei danni provocati dal sisma del 2002. L’opera di recupero è stata finanziata con fondi POR per 1 milione e mezzo di euro, per 646mila euro dal Ministero per i Beni e le Attività Produttive e per 200mila euro dalla struttura commissariale quale ulteriore ripartizione di fondi per opere di completamento. Alla cerimonia di riapertura del Monastero, sono intervenuti il sindaco di Celenza Valfortore, Francesco Santoro, il vescovo della diocesi di Lucera-Troia, Mons. Domenico Cornacchia, l’assessore alla Solidarietà della Regione Puglia, Elena Gentile, il consigliere regionale, Franco Ognissanti, l’assessore provinciale alle Attività Produttive, Pasquale Pazienza, il presidente del distretto culturale Daunia Vetus, Giovanni Aquilino, il parroco di Celenza Valfortore, Don Luigi Tommasone e molti sindaci dei Monti Dauni. “L’edificio sarà utilizzato come centro culturale-storico-archeologico – ha dichiarato il primo cittadino di Celenza, Francesco Santoro – Il complesso ospiterà la scuola media statale, una sala conferenza, la biblioteca comunale, il deposito archeologico, il museo etnico e quello ecclesiastico, il centro visita virtuale ma soprattutto riaccoglierà le suore Apostole del sacro Cuore così come prima del terremoto”. Il parroco di Celenza, Don Luigi Tommasone, ha invitato tutti i cittadini a far tornare il Convento di nuovo un posto pieno di vita. “Facciamo nostro il passato per costruire il futuro del nostro paese”, ha concluso il parroco. Negli ultimi decenni, fino all’evento tellurico del 2002 che causò lo sgombero della struttura, il complesso monumentale ha ospitato la scuola materna, strutture dell’ASL e uffici del lavoro.
FONTE. COMUNE
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