Sembra il copione di un film già visto, l’usura e la prostituzione sono stati da sempre dei mali che hanno coinvolto la parte più povera e indifesa di un popolo. Anche nel 1700 le cose non andavano certo meglio di oggi, anzi alla povertà imposta da una classe dominante latifondista(baronaggio) si aggiungeva uno sfruttamento individuale e collettivo senza nessuna remunerazione. Oltre ai nobili vi erano tanti piccoli commercianti e artigiani e con questi molti contadini che possedevano un pezzo di terra. Tutti questi ,per sopravvivere e mantenere le loro attività finivano per dover accedere alle borse degli usurai. Mai fu tanto vero il detto” A’ rùzzen se magna ù firr” (la ruggine si mangia il ferro) per scandire la dura realtà degli interessi da capestro praticati ,che in poco tempo surclassavano il capitale. Quando la miseria bussava alla porta, s’innescava un giro vizioso, dove si subivano le prepotenze perpetrate dai signorotti ,dove all’impotenza nel reagire ,si imponeva spesso la richiesta delle proprie figlie fanciulle per sanare i debiti o avere protezione. Queste vittime innocenti, dopo essere state letteralmente usate ,venivano scaricate ,per cui il passo era breve per diventare prostitute. L’usura e la prostituzione annullavano, come ancora oggi annullano, la dignità e il rispetto della persona umana rendendola schiava. Questo, il Padre Maestro lo sapeva bene e sapeva anche, che solo facendo decollare a tutto raggio l’operosità del Banco di Credito già funzionante nella nostra cittadina ,avrebbe potuto togliere dalle grinfie di questi uomini senza scrupoli, tanta povera gente. Il Banco di credito a Lucera (soppresso nel 1809 con l’avvento dei Napoleonidi) applicava in pieno lo spirito francescano di aiuto e sostentamento ai più bisognosi. Questa istituzione conosciuta anche come” Monti di pietà” fu eretta per la prima volta nella città di Orvieto nel 1464 ed approvata ufficialmente dall’allora pontefice senese Papa Pio II °al secolo Enea Silvio Piccolomini (1458/1464). I francescani come ordine religioso mendicante conoscevano bene i bisogni della povera gente per cui divennero i primi e veri propagatori in tutta la penisola di questo nuovo strumento economico finanziario . Il Fasani con oculatezza e sostenuto da moltissime spontanee donazioni ,riuscì a far fiorire come non mai l’attività del Banco di Credito, creando lavoro, prestando denaro a chi ne avesse avuto bisogno ad un interesse minimo e soprattutto dando respiro ad un economia ormai soffocata dall’opulenza sfrenata della nobiltà latifondista. L’uomo di Dio viveva e condivideva le miserie e i bisogni umani di tante famiglie. Di questa elargizione caritatevole,”Maria” la mamma celeste né era la protettrice e molto spesso dove non arrivava la mano del Padre Maestro, ella dal Cielo, compensava ed appianava il tutto. Per combattere la prostituzione il Padre maestro fu inflessibile e testardo nelle sue decisioni non tralasciando nessun mezzo allora possibile per togliere tante povere donne dall’esercitare il mestiere più antico del mondo. La sua dolcezza e le sue preghiere portarono tante pecore smarrite all’ovile,da donne di malaffare a donne sante tra cui spicca il ricordo della redenzione della prostituta Girolama Piccinni. Del Padre Maestro Fasani non dobbiamo solo che seguirne le orme per aiutare il nostro prossimo come egli così santamente fece.
Giuseppe AUFIERO