I miltari dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Foggia hanno eseguito questa mattina sette ordinanze di custodia cuatelare in carcere nei confronti di altrettante persone accusate di concorso in ricettazione. I provvedimenti sono stati emessi dal GiP del tribunale di Lucera, su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini. L'attività investigativa si è basata su una complessa attività di intercettazioni oltre che su numerosi servizi di riscontro. Allarmanti i bilanci dell'inchiesta che ha avuto come epicentro Torremaggiore, oltre 40 tonnellate di cavi sequestrate, per un giro d'affari stimato intorno ai 200.000,00 euro. Le indagini hanno colpito in particolare il sistema di ricettazione e riciclaggio dei furti di rame che costituiscono un fenomeno sempre più preoccupante che pone la provincia di Foggia al 1° posto nel sud Italia per questa tipologia di reato. Dopo una breve pausa questo fenomeno ha ripreso vigore è sta mettendo in ginocchio l'economia di centinaia di aziende ed attività produttive zootecniche, con gravissime ripercussioni sull'economia del territorio. La febbre del oro rosso che ha contagiato il nostro territorio è salita a causa dell'aumento delle quotazioni del metallo. Ne hanno fatto le spese linee elettriche di comunicazione e ferroviarie. I ladri di rame sono solo l'ultima parte di una organizzazione criminale in cui sono inseriti alcuni operatori della raccolta di materiale ferroso che con l'ausilio di professionisti reimmettono sul mercato il materiale rubato. Le forze di polizia per contrastare il fenomeno dei furti di rame hanno costituito gruppi di lavoro specializzati. Delle persone arrestate due sono state poste ai domiciliari. Inoltre 11 persone sono state denunciate per ricettazione, favoreggiamento e false fatturazioni. I Carabinieri durante le indagini hanno sequestrato circa 150 kg di barre di rame.