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Scuola, Genere e Prestigio

la terza pagina di 'LuceraNet.it', a cura del prof. Alfredo A. Padalino.

La scuola italiana si trova da decenni al centro di una crisi di riconoscimento sociale: da un lato la perdita di prestigio degli insegnanti come figure pubbliche, dall’altro la progressiva femminilizzazione del corpo docente. Due dinamiche spesso trattate separatamente, ma che in realtà si intrecciano e si rafforzano a vicenda, generando un meccanismo di svalutazione che ha conseguenze profonde non solo sulla professione, ma anche sul ruolo politico e culturale dell’istruzione nella società.

 La riduzione dell’insegnante a funzionario esecutivo ha reso la professione meno appetibile per chi cercava prestigio sociale e riconoscimento pubblico (tradizionalmente più uomini), mentre la massiccia presenza femminile è stata usata come ulteriore giustificazione per svalutare il ruolo.

 In molte società occidentali, i lavori a maggioranza femminile sono sottopagati e meno riconosciuti: dalla cura all’insegnamento. In Italia la scuola ha assunto i tratti di un lavoro “di cura” più che di un lavoro “intellettuale”. E così, anziché valorizzare il contributo femminile alla formazione della cittadinanza, si è alimentata una spirale di marginalizzazione simbolica:

insegnante = donna;

donna = lavoro di cura;

lavoro di cura = poco prestigio.

 Questa femminilizzazione, associata alla marginalità sociale del docente, produce anche un effetto simbolico: la figura maschile è spesso assente nei luoghi di formazione primaria e secondaria. Bambini e ragazzi crescono quindi in una scuola dove l’autorità è quasi esclusivamente femminile, ma allo stesso tempo socialmente svalutata. Ne deriva un paradosso: i docenti sono autorità quotidiane, ma prive di riconoscimento sociale, e ciò mina l’autorevolezza della scuola stessa.

 Il fatto che la scuola sia stata resa un luogo femminilizzato e burocratizzato non è neutrale: significa neutralizzare la carica critica dell’istruzione. Se il docente non è più un intellettuale, ma un funzionario; se la professione è considerata “da donne”, quindi meno rilevante; se la sua parola pesa poco nello spazio pubblico, allora la scuola perde la sua capacità di generare coscienza critica e diventa davvero solo un servizio tecnico.

 Restituire dignità e autonomia agli insegnanti significa anche rompere questo schema di genere:

 riconoscere la scuola come lavoro intellettuale e politico, non come “cura minore”;

 restituire valore a chi oggi tiene in piedi il sistema, cioè le donne, ma senza accettare che la femminilizzazione resti sinonimo di svalutazione;

 rendere la professione attraente anche per gli uomini, non per “riequilibrare numeri”, ma per spezzare il circolo vizioso che associa femminilità e marginalità.

 In questo senso, la questione degli insegnanti in Italia è al tempo stesso politica e di genere: la riduzione del docente a burocrate e la femminilizzazione del corpo insegnante sono due facce della stessa svalutazione sociale.

 Restituire autorevolezza alla scuola significa restituire valore alla parola degli insegnanti, indipendentemente dal genere. Solo così l’istruzione potrà tornare a essere un pilastro critico e democratico della società, e non un semplice servizio amministrato.

 

 

 

 

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Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

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