Il Forum del Partito Democratico e del Partito Socialista Italiano di Lucera dopo aver preso visione della documentazione fornita dalla Amministrazione Comunale ed a seguito di ampio dibattito, ha presentato le sue considerazioni sulla proposta di PUG di Lucera presentata dall’Amministrazione Comunale.
Le considerazioni presentate il 13/5/13 alla stessa Amministrazione possono così sintetizzarsi.
La proposta di PUG, illustrata dagli estensori nelle tavole messe a disposizione (f7.1-a-b-c -f7.2-f7.3), evidenzia una serie di problematiche che rendono evidente la mancanza di definizione non solo cartografica ma anche una mancanza di indicazioni chiare delle linee di sviluppo della città futura. Si rileva la insufficiente definizione nelle previsioni di infrastrutture, assi viari, e servizi necessari allo sviluppo socio economico.
La prima impressione è che si è cercato di mantenere indefinita sia la parte strutturale del PUG/S, priva di dettagli, sia la parte programmatica del PUG/P, rimandando poi ogni azione di sviluppo futuro ai piani di secondo livello (PUE) ed alle decisioni della amministrazione comunale da prendere di volta in volta con “un atto di indirizzo e programmazione”.
Uno sviluppo edilizio, produttivo, infrastrutturale e residenziale, che resta vincolato alla redazione dei Piani urbanistici esecutivi (PUE), che poco guardano alla sostenibilità e redditività economica degli interventi dei soggetti attuatori e “vincolato” alle “Preventive scelte dell’Amministrazione”, bloccherà qualsiasi iniziativa anche nei contesti più definiti strutturalmente.
Il Forum PD – PSI ha messo in evidenza anche un altro importantissimo elemento d’incertezza del PUG, che deriva dalla mancanza della verifica tra le volumetrie edilizie esprimibili dalle previsioni del PUG nei settori residenziali, produttivi ed i relativi fabbisogni indicati nel DPP.
Se non vengono determinate in questa fase le volumetrie esprimibili dai vari contesti con verifica delle previsioni del DPP, chi controllerà dopo? Ma, soprattutto, procedendo solo dopo nella verifica delle cubature mano a mano che verranno attuate le previsioni (magari sparse a caso sul territorio), quando si arriverà al valore di volumetria stabilito dal DPP si farà finta di niente o si dirà agli altri “mi dispiace, ma sei arrivato tardi. Non si può più costruire neanche per ristoro”?
Dall’esame comparato di contesti affini, inoltre, risulta evidente più volte una ingiustificata disparità di trattamento nelle previsioni sia volumetriche, sia di rapporti con il Comune.
In particolare il Forum ha evidenziato alcune problematiche puntuali per i temi territoriali: Spazio rurale, Spazi produttivi, spazio urbano.
SPAZIO RURALE
Le azioni di sviluppo dei contesti rurali non trovano alcun riscontro in prefissati obiettivi agronomici e di coltivazione.
Lo spazio rurale è stato frazionato nel PUG in diciotto contesti, che si differenziano poco tra di loro, e per alcuni di essi estesi migliaia di ettari, senza alcuna logica e con il risultato di rischiare una speculazione mirante a favorire la lottizzazione e lo spacchettamento dell’agro di Lucera, è stato indicato come lotto minimo edificabile una superficie di 5.000 mq invece dei 10.000 mq previsti, correttamente, per gli altri contesti rurali.
Sorprende, ancora, il fatto che nello spazio rurale su aree vastissime di migliaia e migliaia di ettari sia stata prevista, in maniera molto generica e senza alcuna disciplina specifica, oltre all’uso agricolo, anche la possibilità di costruire attrezzature sportive e per il tempo libero. Quale la logica che consente l’insediamento “a pioggia” di attrezzature sportive che, poi, per sopravvivere hanno bisogno di servizi, collegamenti ecc.?
Analogamente, come già evidenziato nella conferenza di copianificazione del 5/3/2012 con la Regione Puglia, non trova ragionevolezza l’avere caratterizzato, nel territorio agricolo, un’area vasta posta a circa tre chilometri dal centro di Lucera (terreni ex—ECA) sulla quale sarà possibile realizzare un’edilizia popolare-sociale senza indicarne, tra l’altro, nel clima d’incertezza generale del PUG, una specifica disciplina costruttiva. Un intervento di questo tipo realizzato su un’area agricola, non interconnessa con il sistema urbano, è alquanto discutibile perché crea un quartiere dormitorio e che dovrà essere urbanizzata e costantemente collegata con tutti i servizi al centro urbano con costi notevoli e continui per la collettività.
Negli spazi rurali sono presenti anche le cave, nelle quali, senza fornire adeguati dettagli, si prevede la realizzazione di “parcheggi, impianti sportivi, museali e per lo spettacolo” oltre al verde.
SPAZI PRODUTTIVI NEL CONTESTO AGRICOLO
Nel sistema territoriale agricolo Il PUG comprende anche le attività produttive, sia quelle del PRG vigente, zone omogenee D (zona industriale di Via Troia e zona industriale di Via San Giusto) sia quelle (zona ASI) e quelle di nuovo impianto sulla via di Troia a confine con il tratturo regio, richiesta da un consorzio di imprenditori locali.
Il Pug dei contesti rurali, per le attività produttive crea una disparità di trattamento normativo tra le aree industriali esistenti e quelle di nuovo impianto del consorzio di imprenditori sulla via di Troia. Per il contesto produttivo di nuovo impianto, le NTA consentono una buona edificazione, mentre, al contrario ingessa completamente le aree industriali esistenti del PRG vigente, alle quali viene negata qualsiasi possibilità di nuovi insediamenti; sono consentiti soltanto gli ampliamenti e le ristrutturazioni per le sole aziende già insediate. Tutto questo sicuramente produrrà, come è già accaduto in precedenti occasioni, serie problematiche soprattutto sotto l’aspetto fiscale.
Il Forum ha evidenziato disparità di trattamento anche negli
SPAZI PRODUTTIVI NEL CONTESTO URBANO
Il PUG localizza due aree da destinare ad insediamenti produttivi: la prima, localizzata su via Pasubio e la seconda localizzata sulla variante alla SS 17, sia perché vengono usati indici di fabbricabilità diversi, sia un diverso criterio sulla cessione delle aree, prevedendo solo per lo spazio su via Pasubio una volumetria residenziale da dare ai proprietari a “ristoro” delle aree cedute.
Nel contempo sorprende anche il fatto che al di là della variante alla 17 per Campobasso, subito a ridosso della stessa, vi sia un corposo insediamento produttivo che, pur avendo le stesse caratteristiche delle altre aree all’interno della variante alla 17, nel PUG siano state escluse. Tali aree restano nell’ambito dello spazio rurale.
SPAZIO URBANO
Al di fuori della aree densamente urbanizzate, racchiuse nei contesti urbani storici o compatti o di recente costruzione, sono stati previsti una serie di contesti di nuovo impianto, Contesto periurbano multifunzionale (CPM), Ambiti di valorizzazione (AVA), di riqualificazione (ARI), di riordino (ARO), di rifunzionalizza zione (ARU), contesti che per la loro grande estensione rappresenteranno, nel complesso, quasi la metà dell’intero centro abitato. Questi contesti, anche se formalmente hanno destinazioni diverse (residenziale, servizi, insediamenti produttivi, attrezzature di interesse comune, ecc), sviluppano tutti una volumetria residenziale-terziaria. Per nessuno dei contesti indicati viene indicata la superficie interessata e la volumetria complessiva sviluppata, rinviando qualsiasi attività alla redazione dei Piani Esecutivi, la cui priorità verrà successivamente determinata in base a criteri non individuati.
Oltre alla mancata determinazione delle volumetrie complessive che esprime il PUG proposto, un altro elemento di notevole incertezza viene lasciato a scelte successive dell’amministrazione, ed è collegato al concetto di Scv ovvero Superficie di concentrazione volumetrica, concetto associato alla volumetria derivante dal “ristoro” per la cessione di aree.
Ad esempio, per limitarci ad un solo caso, per l’Ambito di valorizzazione del Castello, si dice che la cubatura derivante dall’applicazione dell’indice di fabbricabilità territoriale sull’intera area, comprendente tra l’altro il Campo Sportivo che risulta l’unica struttura sportiva esistente che produce volumetria residenziale (!!), “può essere allocata in una Scv individuata nel comparto o essere trasferita in altre aree di proprietà pubblica” senza indicare dove nei 35.000 Ha del Comune di Lucera potrebbe ricadere.
Questo elemento di incertezza sull’ubicazione dei volumi di ristoro, associato all’altra previsione spesso ricorrente della cessione gratuita al comune del 10% degli alloggi realizzati, renderà molto problematica l’attuazione del meccanismo del “ristoro” che diventa antieconomico per chi dovesse accettare tale soluzione al posto del normale esproprio.
Sempre nell’esaminare i contesti urbani posti al di fuori delle aree densamente urbanizzate, salta agli occhi una strana anomalia di trattamento per la zona dell’acqua salsa.
L’anomalia riscontrata per la zona dell’acqua salsa deriva dalla sua classificazione. Infatti, pur essendo parte integrante del centro urbano di Lucera, questa vasta zona già edificata, insieme all’altra posta, a poche centinaia di metri, sulla strada per Palmori anch’essa già edificata, è stata classificata come “Contesto rurale multifunzionale insediato”, mentre ha tutte le caratteristiche di un contesto urbano.
La destinazione di queste due aree è residenziale e l’indice di fabbricabilità fondiaria è pari a 0,8 mc/mq e, nell’insieme sviluppano una consistente cubatura.
La domanda immediata è: se queste aree sono classificate nei contesti rurali, la volumetria da loro sviluppata entra nel conto dei volumi programmati dal DPP ?
Infine per il Centro storico si evidenzia la pratica impossibilità per i privati di procedere alla proposta di Piani di recupero, vista la enorme dimensione delle Aree indicate sulla tavola f7.3 e la condizione del possesso del 51% delle proprietà catastale. Alcune aree sono talmente estese da comprendere zone non omogenee da un punto visto storico ed architettonico. Il PRG vigente prevede, infatti, una delimitazione delle zone del centro storico con aree più ridotte, delimitazione che è più vicina alla reale situazione delle aree.