Come si dice? Siamo strati facili profeti. Siamo stati i primi e i soli a pronosticare, con un buon margine di probabilità, la nomina ad assessore dell’avvocato Pietro Di Carlo, che, per la verità, giunge a questo traguardo con qualche anno di ritardo. Difatti, l’assessorato gli era stato ritagliato a misura proprio dal suo mentore Costantino Dell’Osso, se il senatore non avesse inaspettatamente deciso di entrare direttamente in campo a fare il giocatore. Tutte le indicazioni logiche e politiche portavano al suo nome, nonostante la lista dei pretendenti al ruolo fosse affollata. L’avvocato Di Carlo è ben visto anche all’interno spazio della coalizione e questo la dice lunga su quanto si attende da lui in termini di operatività. Ad un certo punto sembrava esserci un ripensamento nell’accettare la nomina, ma alla fine è prevalso il pressing che su di lui hanno esercitato i due componenti della lista civica “Più forza per Lucera”, Gabriele Dell’osso e Michele Miano, lista di cui Di Carlo è espressione, benché successivamente questa bandiera ha assunto i colori del PDL. L’avvocato Di Carlo si occuperà del contenzioso, un settore tribolato che gli dovrebbe essere congeniale, data la sua professione di legale. Anche se nel contenzioso comunale è difficile districarsi, talvolta anche per le motivazioni di carattere politico che giustificano il ricorso alla via giudiziaria in caso di liti.
E’un settore delicato, come i fatti hanno dimostrato. E’ nel contenzioso che spesso l’Amministrazione ha balbettato, è qui che in diverse occasioni il Comune ci ha rimesso le penne, talvolta con riconoscimenti di danni di entità corposa. Perciò, Di Carlo dovrà lavorare molto per dare efficienza al settore, benché il tempo a sua disposizione non sia tale da poter fare grandi cose. Comunque, meglio poco che niente. Speriamo che conservi la freschezza e la spinta propulsiva connotati del suo temperamento, perché quando si entra a contatto della politica vera c’è sempre il rischio di finire impantanati. Bersaglio mancato, invece, per la professoressa Deborah Testa. Noi da qui l’abbiamo in un certo senso sponsorizzata, nel senso che ci siamo spesi molto per sottolineare le sue qualità professionali e morali ( è anche una valorosa collega in giornalismo) e la sua volontà di dare un contributo serio alla politica e ai problemi della città sotto l’insegna delle cosiddette quote rosa. E’ vero che in Giunta le “rose” sono già ben rappresentate da Marina Petroianni, ma un’altra donna giovane e in gamba non sarebbe stata superflua.
Del resto, anche lei era in qualche maniera in predicato di fare l’assessore già con la prima Giunta Dotoli, ma la cosa non andò in porto perché all’epoca parlare di donne in Amministrazione sembrava bestemmiare. Poi, per fortuna le cose sono cambiate e si è giunti alla Petroianni attraverso altri passaggi di color rosa. Qualche parola per Michele Barisciani, che alla fine è entrato in Giunta. La cosa era pressocchè scontata, perché la sua candidatura era sempre inserita tra quelle probabili e possibili. E’ un elemento di grande movimento, come si dice, però ora dovrà trasferire questo suo dinamismo nell’area del fare e del convincere. L’altro nuovo arrivato è Massimo Di Pierro, di cui sappiamo poco o nulla. Ci attrezzeremo. Tutti gli altri sono stati confermati da Dotoli, che evidentemente li ritiene promossi a pieni voti. E’ probabilmente l’ultima Giunta, l’ottava, quella che dovrà metterci la faccia nella prossima campagna elettorale, con il proposito di far dimenticare le pagine negative dell’ultimo mandato elettorale.