Leggiamo insieme questo recente, lapidario dispaccio ANSA:” Avanti tutta col taglio del tribunali. Parola del Ministro di Grazia e Giustizia Anna Maria Cancellieri, che ha definito “catastrofico” il rinvio del disegno di legge che ridefinisce la geografia degli uffici auspicato dai gruppi parlamentari. Su quel ddl – ha assicurato il Guardasigilli a margine della sua visita al carcere di Bollate – la linea del Governo è della fermezza più assoluta: Lo stop auspicato da alcuni, secondo la Cancellieri, creerebbe problemi all’esterno, perché è una delle cose su cui abbiamo puntato per ridare fiducia al nostro Paese, e all’interno, perché le piante organiche sono ormai fatte e i trasferimenti sono stati effettuati. Fermare il ddl sarebbe come fermare un treno in corsa, che se lo fermi deraglia. Non possiamo deragliare. Il ministro ha assicurato che il varo del ddl non esclude la possibilità di emendamenti. Se ci sono cose da correggere – ha rimarcato- potremo correggerle. Il provvedimento prevede comunque che, entro due anni dall’entrata in vigore, si possa intervenire”.
Non c’è molto da dire o da commentare La conclusione di questa vicenda è quella che noi ripetutamente abbiano anticipato, non perché in possesso di doti divinatorie, ma solo perché siamo stati testimoni di altre soppressioni, il cui inizio e la fine sono fotocopia di quella attuale concernente il tribunale. Naturalmente il comitato sorto a difesa del presidio giudiziario non ci sta a seguire il Ministro, per cui continuerà a battersi sino all’ultimo respiro, cercando di far entrare nella zucca dei ministeriali le ragioni obiettive che impongono di soprassedere alla soppressione. C’è solo da dire e da ribadire che le azioni di contrasto andavano fatte quando il provvedimento incominciava a prendere luce e forma. Era quello il momento in cui bisognava fare la voce grossa, approfittando anche il fatto che il Governo Monti era sostenuto da tutte quelle forze politiche che non condividevano la ristrutturazione della geografia giudiziaria. E i deliberati delle commissioni giustizia di Camera e Senato sono là a dimostrarlo. Invece, si è consentito al Ministero di procedere a testa bassa, senza opporre sostanziale opposizione. D’accordo, ci sono state le prese di posizione del comitato, di diversi parlamentari, dei sindaci, ma questo non è bastato ad imporre l’alto all’allora Ministro Paola Severino.
Anzi, la delegazione non è stata neppure ricevuta al Ministero, in quanto i suoi rappresentanti sono stati considerati dei ciarlatani della situazione, dei mendicanti che pretendano l’impossibile. Dicevano che si continuerà a combattere sino a quando non ci sarà da arrendersi in via definitiva. Ma, bisognerebbe superare la fase dei comunicati, delle dichiarazioni e via di seguito e imporre una soluzione che sia anche rivendicazione di una politica che non può sopportare discriminazioni e insolenze proprio da chi dovrebbe rappresentare l’alto profilo della pubblica amministrazione e della gestione del pianeta giustizia. E sulla carta tutto ciò può avvenire. Perché sia il PDL che il Pd sostengono questo Governo, di cui la Cancellieri non può ritenersi deus ex machina della situazione.
a.d.m.