Questa è storia di appena tre anni fa e spiega come mai la classe politica non meriti neppure un grammo di considerazione. Appunto, trentasei mesi fa veniva messa in attività, presso l’ospedale “Lastaria” di Lucera, l’UTIC (Unità Terapia Intensiva Cardiologica), un comparto a lungo sognato e finalmente realizzato dopo duelli memorabili con i responsabili della sanità pugliese, con a capo il primario della Cardiologia dottor Alessandro Vilella. Dopo tre anni, nel quadro del ridimensionamento del nosocomio lucerino, gli stessi signori che si sono compiaciuti dell’arrivo dell’ UTIC (governatore Nichi Vendola in testa) e che con questi risultati hanno fatto strumentalmente campagna elettorale (insieme a quelli che a Lucera lo hanno sostenuto e che ora hanno perso la parola!) ci vengono a dire che è stato tutto uno scherzo, per cui bisogna resettare tutto e tornare alla situazione quo ante. Siamo alle comiche. Le questioni della sanità vengono trattate alla stessa stregua di una azienda commerciale o industriale, scordando che qui ci sono delle specificità che riguardano la salute dei cittadini amministrati. Indipendentemente da tali considerazioni, c’è ora da capire chi risarcirà le perdite dell’iniziativa immotivatamente cancellata, perdite che costano lacrime e sangue ai contribuenti, pur non avendo, in contropartita, una assistenza sanitaria ed ospedaliera in particolare all’altezza delle loro esigenze. Basta osservare le lunghe liste di attesa per visite specialistiche e strumentali per avere conferma del degrado in cui si trova la sanità pugliese. Ci sono mesi di attesa e le visite giungono quando magari il paziente è già nell’aldilà! Le attese, però, vengono superate di incanto quando il paziente si rivolge allo studio privato e mette fuori un bel po’ di soldini dal proprio portafoglio!
Il vero problema è che questi signori che male ci amministrano e fanno pessimo uso delle risorse pubbliche non rispondono mai di nulla. Non diciamo sul piano personale, come pure dovrebbe essere consentito, ma pure su quello politico, visto che alla fine vengono ugualmente premiati, nascondendo la loro inefficienza sotto la comoda formula dell’avvicendamento degli assessori. Non ci sono davvero attenuanti per questi signori che amministrano la sanità pugliese. Dicono e si contraddicono nello spazio di poco tempo, quasi che l’argomento costituisca un divertimento o una maniera per trascorrere il tempo libero. Questi signori non pensano, non riflettono, non programmano, non fanno nulla per avere risultati che veramente vadano nella direzione giusta per alleviare la condizione di tanti che chiedono solo di essere assistiti sul piano sanitario. Ed hanno anche la faccia tosta di dire che la sanità pugliese è all’avanguardia e modello nazionale. Figuriamoci cosa ci sarà altrove, se quella pugliese è la migliore! La verità vera è che l’ospedale di Lucera è in progressivo smantellamento, per cui allo stato è in qualche maniera da configurarsi come un pronto soccorso. In pratica non abbiamo neppure quello che era la dotazione al momento della apertura e cioè i tre comparti cardine: Medicina Interna (primario dottor Antonio Centore), Chirurgia (primario prof. Luigi Imperati) e Ostetricia–Ginecologia (primario dottor Antonio Calvano). Per l’Oculistica avevano addirittura un ospedale autonomo, l’oftalmico denominato “S.Lucia”, che fu trasformato proprio in reparto del “Lastaria” tra le proteste degli indipendentisti del tempo.
E abbiamo anche perduto la nostra autonomia in relazione alla denominazione della struttura, posto che con un solo trattino siamo stati aggregati al grande policlinico ( sic!!) di San Severo. Ormai, nessuno più protesta, anche perché le goliardiche manifestazioni messe in campo nei mesi scorsi non hanno prodotto effetti, se non quelli di allietare i passanti di turno. Siamo letteralmente allo sbracamento completo, con una classe politica assolutamente precaria a gestire situazioni di grande difficoltà, come quella della salvaguardia dell’ospedale. In una azienda privata questa gente andrebbe cacciata a calci nel sedere, se dopo appena tre anni viene ritenuta superata una struttura come l’UTIC, costata fior di quattrini.
a.d.m.