Le elezioni nazionali costituiscono anche un test per la politica locale. D’accordo, la loro valenza va al di là delle questioni locali, ma, come sempre, il risultato finale, in qualche maniera, indicherà lo stato di salute dei partiti lucerini. Appartiene, ormai, ad un tempo lontano l’ultimo responso elettorale, cui ha fatto seguito una azione comunale alquanto tormentata e sempre sul punto di scoppiare. Si deve più che altro alla smisurata pazienza del Sindaco Pasquale Dotoli se l’Amministrazione è riuscita a non cadere sotto il peso delle galoppanti polemiche e posizionamenti strumentali. Certo, i risultati non sono tali da poter esprimere un grado di grande soddisfazione, pur tuttavia l’approccio alle varie scadenze, benché preceduto dal suono delle solite campane a morto, hanno raggiunto gli approdi desiderati. Certo, rispetto alla ultime elezioni comunali si è avuto uno stravolgimento del quadro politico, sia a livello nazionale che locale. A Roma abbiamo avuto la grande vittoria del centro destra di Silvio Berlusconi, vittoria che ha avuto un effetto trascinamento in periferia. Il risultato ampio conseguito a Lucera da Pasquale Dotoli e compagni è da ascriversi anche alla cavalcata nazionale di Berlusconi nella ultima competizione politica. A Lucera quel centro destra non esiste più, perché in tanti hanno ritenuto di sfilarsi da una coalizione che sentivano stretta, soprattutto per realizzare ambizioni personali. Sapremo ora quale sarà il netto di tutte queste operazioni e quali possibilità ha lo schieramento di centro destra di porsi su posizioni dignitose in vista della ormai vicina verifica comunale.
Sarà un test importante anche per il Pd, che cerca un rilancio dopo il disastro dell’esperienza Morlacco e lo fa anche ampliando la sua base rappresentativa. L’ultima operazione che ha visto l’adesione di Dino Del Gaudio, Franco Polito, Franco Mezzadri e Luciano Russo va inquadrata in tale contesto. Il Pd si sta dando una filosofia che va nella direzione di ampliare il suo bacino elettorale, che non significa, come alcuni credono, mortificare il patrimonio di impegno e di passione e soprattutto di positività di quanti in precedenza hanno lavorato per il partito. Il coordinatore locale, Fabrizio Abate, ce la sta mettendo tutta per dare alla sua formazione politica una prospettiva di ampio respiro, cercando di catturare anche quelle simpatie che il partito sembra aver raccolto negli ultimi tempi a livello nazionale, anche attraverso la riuscita operazione delle primarie, che certamente hanno dato più visibilità al Pd, radicandolo meglio nell’opinione pubblica.
Naturalmente, bisognerà vedere come che fine faranno le tante schegge impazzite che vagano nell’orizzonte politico locale e che, a destra, certamente avranno una funzione di contrasto nei confronti del partito maggiore – il PDL – e forse con tutta la destra strutturata. Bisognerà vedere anche quale contributo daranno le liste civiche, che a Lucera rappresentano una buona fetta dell’elettorato, attraverso il ruolo dei loro ispiratori o padri fondanti. Certamente avranno minor peso, dato che è scontato che le liste civiche hanno più che altro un radicamento locale ed hanno motivo di nascere ed esistere nella misura in cui si collegano specificatamente e direttamente alle problematiche del territorio. Senza questo obiettivo esse arretrano, sino a defluire clandestinamente nei partiti maggiori o a scolorirsi a beneficio dell’astensione. Naturalmente parliamo di liste civiche non schierate e semmai fiancheggiatrici occulte, ma di movimenti che in loro si identificano e che fanno parte ormai della consolidata realtà elettorale. Insomma, vedremo quante possibilità ha la Amministrazione Dotoli di giungere al termine della corsa naturale, pur tra i marosi che inevitabilmente perdureranno e rappresenteranno la soglia di rischio.
a.d.m.